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Baronissi, rinvenute croci “templari” nella villa romana

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Baronissi, rinvenute croci “templari” nella villa romana

Clamorosa scoperta nella villa romana di Baronissi

villa romanaTre croci patenti o “templari” scoperte nella Villa romana di Sava. La riapertura e la riqualificazione della struttura, intervento eseguito da volontari del posto grazie ad una convenzione stipulata con la Soprintendenza di Salerno Avellino, Benevento e Caserta, ha restituito ai cittadini un luogo di grande importanza storica ed artistica. Mura romane, dello stile “opus reticularum” con pietra locale a cui si sono sovrapposte strutture medievali, possono finalmente dar sfoggio di sé ai tanti curiosi del posto e non che hanno affollato le numerose visite guidate organizzate dall’associazione cittadina Archeologando Intour. Il fascino della storia si è accompagnato, negli ultimi giorni, anche ad un vero e proprio “giallo”. Una scoperta che ha sorpreso gli stessi attivisti  nonché il responsabile della Soprintendenza  Raffaele Bianco. Tre piccoli affreschi su altrettanto lesene raffiguranti croci di forma simile a quella dei templari sono state rinvenute, infatti, nella struttura.

La villa è stata riadattata successivamente in luogo di sepoltura in età paleocristiana e di culto con i relativi affreschi di santi nel tardo medioevo con gli altari, stuccati poi in epoca barocca, ed è proprio nelle vicinanze di questi suddetti altari che sono state ritrovate queste figure. Tre come detto, due nei pressi dell’altare di San Michele ed uno in quello di San Leonardo tutte alla stessa precisa distanza dalle rispettive raffigurazioni dei santi. Il mistero si infittisce notevolmente nel notare come una di queste croci abbia subito un atto di vandalismo “mirato”; qualcuno cioè, nel corso degli anni, con un martello o altro arnese ha chiaramente tentato di cancellare una di quelle croci.

Le figure, di colore rosso, raffigura il simbolo che i monaci guerrieri portavano bene in mostra sull’armatura ed in particolare sugli scudi; stemma che poi diventerà il vero e proprio segno di riconoscimento collocato in varie strutture medievali sparse sul territorio italiano. L’ordine dei monaci guerrieri è stato bandito all’inizio del trecento dal re Filippo Il Bello che fece arrestare i templari residenti nel suo regno “bypassando” il potere del papa allora relegato lontano da Roma durante quel periodo poi denominato dagli storici come “cattività avignonese”. L’ordine, tuttavia, ha continuato imperterrito ad esistere, spesso in clandestinità, nel  corso dei secoli alimentando quell’alone di mistero e curiosità che ancora oggi spinge gli studiosi ad indagare.  Arcani che coinvolgono naturalmente gli stessi luoghi in cui si riunivano, i quali venivano immancabilmente “segnati” dai simboli. Simboli che come quelli nella villa romana di Sava, spingerebbero ad una rilettura diversa  della storia di Baronissi.

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