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Ginecologia a Cava de’ Tirreni: la comunità continua a lottare

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Ginecologia a Cava de’ Tirreni: la comunità continua a lottare

La chiusura del reparto di Ginecologia all’Ospedale SS. Maria Incoronata dell’Olmo di Cava de’ Tirreni  da un anno causa una lotta che coinvolge l’intera comunità. Video intervista al portavoce del Comitato Diritto alla Salute per Cava

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Le mobilitazioni per l‘Ospedale “SS. Maria Incoronata dell’Olmo” e, in particolare, per la chiusura del reparto di Ginecologia stanno andando avanti da circa un anno. L’ultima è stata il corteo di giovedì 22 Dicembre a piazza Lentini che ha visto più di 350 persone con lo slogan “E mo’ addò nasc’ u’ bambiniell?“, tra madri e studenti uniti contro la chiusura del reparto. Una rappresentanza del Comitato Diritto alla Salute per Cava ha incontrato il Direttore Nicola Cantone che si trovava all’ospedale in occasione della messa di fine anno.

«Cantone ha ribadito che non ha i numeri per riaprire il reparto di Ginecologia, ma noi –  ha spiegato il portavoce del Comitato “Diritto alla Salute per Cava”  Davide Trezza –  abbiamo altri risultati e pensiamo che un Punto Nascita tra Mercato San Severino e Cava possa essere aperto.  Ci ha detto di voler aprire l’ambulatorio cinque giorni a settimana, contro gli attuali otto/nove giorni al mese. Ad oggi, arrivano donne con la prenotazione e trovano l’ambulatorio chiuso… Si è parlato anche dei problemi strutturali del Ruggi, e ci è stato riferito che egli stesso ha investito dei soldi per poter risolvere i lavori nel giro di circa cinque mesi…» 

A fine dicembre il Comune di Cava fa ricorso contro l’atto della chiusura del Reparto di Ginecologia e Ostetricia. Il Tar ordina in via provvisoria l’apertura del reparto, almeno fino all’esame nel merito del ricorso, perché riconosce l’importanza strategico-organizzativa di un punto nascita a Cava. Il Ruggi decide di non attenersi all’ordinanza del Tar perché, ribadisce, non c’è abbastanza personale per riaprire a Cava. Successivamente, con l’approvazione del nuovo atto regionale che prevede zero posti letto per il reparto di Ginecologia, il Comune di Cava, tramite il suo Ufficio Legale, impugna l’atto sopravvenuto in attesa che la giustizia amministrativa si pronunci nel merito del ricorso.

La situazione attuale

I reparti di Nocera Inferiore e Salerno sono al collasso. Le notizie di donne cavesi respinte da questi presidi ospedalieri per mancanza di posti disponibili sono all’ordine del giorno. Inoltre, le donne che in questi mesi sono state ricoverate nel reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale di Salerno, hanno lamentato condizioni igieniche vergognose; donne che, dopo il parto, per vedere e allattare il neonato al nido devono salire 7 piani a causa dei guasti agli ascensori.

In più, anche l’assenza della TIN (Terapia Intensiva Neonatale) che in molti hanno in questo periodo configurato come una della cause della chiusura di Ginecologia, in realtà è un semplice alibi. Infatti , sebbene vi fosse l’assenza della TIN a Cava, non si è mai avuto alcun problema nel trasporto d’urgenza dei neonati da Cava che avessero bisogno di tale assistenza presso presidi ospedalieri nelle vicinanze che disponessero di macchinari necessari. Anche il reparto di Pediatria che , fino all’approvazione del piano aziendale, rimane sulla carta a 0 posti letto (previsti dal decreto n. 33 del 2016), un ambulatorio di Gastroenterologia attualmente chiuso  dopo il pensionamento dell’ultimo gastroenterologo rimasto.

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