Home Università Dibattiti storici all’UNISA, la Mafia ha influito sullo sbarco dei Mille?

Dibattiti storici all’UNISA, la Mafia ha influito sullo sbarco dei Mille?

0
Dibattiti storici all’UNISA, la Mafia ha influito sullo sbarco dei Mille?

Si è tenuto ieri, un seminario di approfondimento sulla Storia Contemporanea, dal titolo “1860: un emblema del patto Stato-Mafia”, a cura del Collettivo Strike Lab, in collaborazione con l’associazione Link-Coordinamento Universitario

[ads1]

Tornano i seminari di approfondimento organizzati dal Collettivo Strike Lab; lo scorso anno, infatti, il gruppo organizzò un evento sui Conflitti Internazionali con il prof. Aurelio Musi, “Democrazia Low Cost: cosa cambia con l’Italicum?” con il prof. Antonio Martone, un momento di discussione con i No Triv Campania e Basilicata ed un cineforum con l’associazione Libera sulla lotta alla criminalità organizzata.

Questa volta, il dibattito era incentrato sui fatti del 1860 e sulle conoscenza distorte che si sviluppano attorno a questo tema. Matteo Zagaria (Consiglio degli Studenti) ha moderato gli interventi del prof. Alfonso Conte, docente di Storia Del Mezzogiorno a Scienze Politiche e Delle Relazioni Internazionali, e Marcello Ravveduto, docente di Storia Contemporanea, Referente di Libera Salerno e giornalista.

Dibattiti all'UNISA, la Mafia ha influito sullo sbarco dei Mille?
Dibattiti all’UNISA, la Mafia ha influito sullo sbarco dei Mille?

Partendo dall’analisi sugli ultimi lavori di Pino Aprile, passando per il negazionismo neoborbonico odierno e giungendo alle motivazioni della Ragion di Stato machiavelliana, i docenti hanno fornito agli studenti un quadro storico in cui potersi orientare.
Charles Heckethorn riteneva che il termine «MAFIA» non sarebbe altro che l’acronimo delle parole: «Mazzini Autorizza Furti Incendi Avvelenamenti». Le influenze ci sono state e ci sono ancora oggi.

Nello specifico, la mafia siciliana era un nucleo agli albori e non una struttura ben radicata sul territorio, per lo più presente nel mondo contadino. La camorra, invece, era già un’organizzazione ben radicata e tra le strade scrivevano: “Nuje nun simme Cravunare / (Non siamo carbonari) Nuje nun simme Rialiste / (Non siamo realisti) ma faccimme e Camurriste / Famme ‘n cule a chille e a chiste”. È stato presentato l’esempio di Don Liborio Romano e la sua collaborazione con Don Vicienzo nella costruzione della polizia a salvaguardia dell’ordine pubblico.

L’accademia sugli studi storici e sociali non riconosce le analisi incentrate sui rapporti tra Stato e Mafia, ritenendole marginali. Attualmente in Italia soltanto in 3 Università ci sono esami che trattano queste tematiche. Il Collettivo si impegnerà nel proporre l’introduzione, anche all’interno della didattica di Scienze Politiche, esami che siano incentrati sullo studio delle infiltrazioni delle forze oscure nella storia politica del nostro paese.

[ads2]