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Twenty Years: il racconto di vent’anni non solo di una band

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Twenty Years: il racconto di vent’anni non solo di una band

Twenty Years è un brano singolo della rock band britannica Placebo ed è stato pubblicato nel 2004

[ads2]Twenty Years è una canzone fantastica, frutto della musica semplice che s’incastona perfettamente con il testo essenziale; dall’altro lato dobbiamo, però, riscontrare anche l’ardua interpretazione del testo che, secondo il nostro punto di vista, dice meno di quello che vuole realmente significare.

Sono stati gli stessi Placebo, in un’intervista, a rivelare che Twenty Years non altro che il riassunto di 20 anni di carriera con l’augurio di passarne altrettanti.

Tuttavia non crediamo che Twenty Years sia solo un’autocelebrazione della band; piuttosto, tra le righe del brano, è da ricercarsi un significato, o una pluralità di significati, che trascendono l’occasione personale per parlare dell’esistenza in generale.

Il testo di Twenty Years:

There are twenty years to go / And twenty ways to know / Who will wear the hat.

There are twenty years to go / The best of all I hope / Enjoy the ride, the medicine show.

And thems the breaks / For we designer fakes / We need to concentrate on more than meets the eye

twenty yearsThere are twenty years to go / The faithful and the low / The best of starts, the broken heart, the stone
There are twenty years the go / The punch drunk and the blow / The worst of starts, the mercy part, the phone

And thems the breaks / For we designer fakes / We need to concentrate on more than meets the eye

And thems the breaks / For we designer fakes / But it’s you I take ‘cause you’re the truth not I

There are twenty years to go / A golden age I know / But all will pass, will end to fast, you know

There are twenty years to go / And many friends I hope / Though some may hold the rose some hold the rope

And that’s the end and that’s the start of it / That’s the whole and that’s the part of it / That’s the high and that’s the heart of it / That’s the long and that’s the short of it / That’s the best and that’s the test in it / That’s the doubt, the doubt, the trust in it / That’s the sight and that’s the sound of it / That’s the gift and that’s the trick in it

You’re the truth not I

Ed ecco la traduzione in italiano della canzone:

Ci sono ancora 20 anni da vivere / 20 modi per sapere / Chi porterà il cappello

Mancano 20 anni alla fine / Il meglio di tutto ciò che spero / Godersi la corsa, Lo spettacolo della medicina

Poi le pause / Per noi falsi programmatori / Abbiamo bisogno di concentrarci su ciò che va oltre l’apparenza

twenty yearsMancano 20 anni alla fine / Il fedele e l’umile / La migliore delle partenze, il cuore infranto, la pietra

Mancano 20 anni alla fine / Lo stordito e il colpo / La peggiore delle partenze, la redenzione, il telefono

Poi le pause / Per noi falsi programmatori / Abbiamo bisogno di concentrarci su ciò che va oltre l’apparenza

Poi le pause / Per noi falsi programmatori / Ma sei tu che prendo, perché sei tu la verità, non io

Ci sono ancora 20 anni da vivere / Un età d’oro lo so / Ma tutto passerà, finirà troppo in fretta sai

Ci sono ancora 20 anni da vivere / E molti amici, spero / Sebbene alcuni possono stringere la rosa / Altri stringono la corda

Quella è la fine e quello è il suo l’inizio / Quello è il tutto e quella è una sua parte / Quello è l’alto e quello è il suo cuore / Quello è il lungo e quello è il suo corto / Quello è il meglio e quello è il suo test / Quello è il dubbio, il dubbio, la sua fiducia / Quella è la vista e quello è il suo suono / Quello è il regalo e quello è il suo trucco

Tu sei la verità, non io

Anche l’analisi particolareggiata del testo, in sostanza, non offre degli spunti decisivi per un’interpretazione univoca del testo: si può pensare, come detto, a una componente autocelebrativa dei Placebo (i vent’anni trascorsi e i venti a venire); allo stesso modo, però, è facile osservare come l’elenco di tali vent’anni, fatto di semplici sostantivi accostati quasi casualmente, possa diventare un riassunto di vent’anni di qualsiasi altra persona vivente.

Un aiuto in tal senso ci viene dal video ufficiale di Twenty Years che ci mostra lo scorrere inesorabile del tempo su varie figure del mondo del circo: un’allusione, probabilmente, al mondo dello spettacolo di cui i Placebo hanno fatto e continuano a far parte e che viene rinforzata dal verso del ritornelloAnd thems the breaks / For we designer fakes / We need to concentrate on more than meets the eye. Come a voler sottolineare che i falsi programmatori del mondo dei riflettori hanno bisogno, come tutti del resto, di un momento di pausa riflessiva per ritrovare la propria natura più vera.

I Placebo con Twenty Years, dunque, si sono appropriati del proprio momento d’introspezione per tracciare un bilancio sommario del loro operato e hanno voluto, probabilmente, aprire la riflessione, passando dal particolare della propria situazione al generale della collettività umana.

La bellezza di Twenty Years risiede anche e principalmente nella sua essenza indefinita e sfuggente.

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Laureato in Lettere, curriculum Pubblicistica, il 25 maggio 2010 e poi in Filologia Moderna il 13 marzo 2013, Gerardo inizia la sua collaborazione con ZerOttoNove nel giugno 2013 occupandosi della cronaca e delle vicende politiche di Calvanico (sua cittadina di residenza), trattando dei più svariati eventi e curando la rubrica CanZONando che propone, di volta in volta, l'attenta e puntuale analisi dei migliori brani della storia della musica. Ex caporedattore di ZerOttoNove.it e di ZON.it, WordPress & SEO specialist, operatore video e addetto al montaggio (in casi estremi), Gerardo ha molteplici interessi che spaziano dallo sport alla letteratura, dalla politica alla musica all'associazionismo. Attualmente svolge l'attività di docente, scrittore e giornalista pubblicista.