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Truffa prestiti agevolati, 18 indagati nel salernitano

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Truffa prestiti agevolati, 18 indagati nel salernitano

Maxi truffa ai danni di imprenditori, piccoli risparmiatori e commercianti salernitani. Arrestata 43enne di Salerno

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Promotori finanziari fasulli promettevano prestiti agevolati e tassi d’interesse bassissimi agli sfortunati imprenditori e piccoli risparmiatori caduti nella trappola di una vera e propria organizzazione criminale salernitana.

Una volta conquistata la fiducia dei clienti, i falsi promotori finanziari richiedevano somme di denaro per avviare le pratiche dei finanziamenti e subito dopo sparivano nel nulla.

Ad organizzare la maxi truffa, pare sia stata una donna salernitana, sorretta anche da un politico di Mercato San Severino e uno dell’Agro, luoghi in cui sono avvenuti alcuni episodi di una truffa che, secondo le indiscrezioni, sfiora i tre milioni di euro.

Due mesi fa la Guardia di Finanza ha bussato alla porta della donna con un decreto di perquisizione, per acquisire da pratiche cartacee e documenti informatici le prove dei rapporti contrattuali e delle complicità all’interno di istituti di credito e società finanziarie.

truffa
Clonazione carte di credito

Diciotto persone il novero degli indagati, cinque (compresa la 43enne di Salerno) avrebbero costituito il nucleo centrale dell’organizzazione, mettendo a punto i dettagli della truffa e dividendosi i guadagni.

Poi ci sarebbero i complici, su cui potevano contare all’interno di istituti di credito e società finanziarie e che chiudevano un occhio su quelle pratiche di finanziamento anomale.

Secondo gli inquirenti, la donna intratteneva relazioni sentimentali con le vittime, al fine di appropriarsi di documenti e carte di credito per poi clonarle. Solo dopo qualche mese i malcapitati si rendevano conto delle perdite.

Cinque anni di indagini ed intercettazioni hanno permesso lo smascheramento della maxi truffa.

In una delle conversazioni captate, l’indagato parlava con un politico locale (uno dei due ora sotto inchiesta) chiedendo di entrare anche lui nell’affare dei finti finanziamenti. Un affare che gli avrebbe consentito non solo di alimentare i guadagni ma anche di riciclare denaro proveniente da altre attività illecite collegate alla criminalità organizzata.

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