Home Cultura Tra denuncia e speranza: il comune di Camerota in campo per “Puliamo il mondo 2013”

Tra denuncia e speranza: il comune di Camerota in campo per “Puliamo il mondo 2013”

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Termina oggi l’iniziativa Puliamo il mondo 2013, voluta anche quest’anno da Legambiente, che coinvolge oltre 1.600 comuni d’Italia, organizzati  intorno all’idea del territorio come risorsa, come valore da custodire. La fine è però soltanto l’inizio di un ciclo che vede la partecipazione volontaria dei cittadini nella tutela dell’ambiente che li circonda. Divisa in tre giornate, il comune di Camerota interviene sia nella pratica, raccogliendo numerose adesioni di associazioni e volontari per la pulizia del mare, dei sentieri e dei luoghi particolarmente interessanti da un punto di vista storico (come la sorgente di Sant’Elia a Licusati), ma incornicia tutto questo con la cultura, l’attenzione alla tradizione cilentana.

Venerdì 27 settembre infatti, “Puliamo il mondo 2013” parte con la proiezione di Biùtiful cauntri (Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero, Italia, 2007), documentario che affronta in maniera forte e per alcuni versi “arrabbiata” il disastro ecologico delle terre campane dove, non solo è stata negata la possibilità di godere del proprio territorio, ma addirittura il diritto alla vita. Le immagini mostrano la morte quotidiana di animali, il paesaggio morente costretto a raccogliere discariche tossiche, il silenzio sconcertante delle istituzioni (come Bertolaso che di fronte all’illegalità e alla disperazione dei contadini, risponde non intervenendo). Spicca l’urlo di Raffaele Del Giudice (direttore di Legambiente Campania), che si fa carico di dare voce alla sua comunità. Il film, rivolto alle scuole medie delle quattro frazioni del comune, porta tutti a riflettere sullo stato delle cose, svelando la cruda realtà della Campania. Ciro Troccoli (assessore con delega all’ambiente) prima della proiezione dichiara: “La logica del non m’importa non può più continuare, ma noi tutti siamo i responsabili della serenità dei nostri bambini in un territorio sano, perché quello che vedremo nel film è accaduto a soli 200 km da quì, in un posto che fino a vent’anni fa era incontaminato come il Cilento”. 

Le operazioni di pulizia prendono il via sabato 28 e continuano domenica 29 settembre, a cui partecipano numerose associazioni. L’intervento è stato diviso su quasi tutto il territorio, con particolare attenzione all’area marina protetta (Pozzallo, Cala Bianca, Infreschi, Marcellino) trovata in buone condizioni, come testimoniano i volontari. Altri si sono rivolti ai sentieri che portano a mare, alla “via occidentale” che collega Marina di Camerota a Palinuro, alla Pineta del Mingardo, alle zone più interne del comune (la sorgente di Sant’Elia, Camerota Capoluogo).

Imparare ad amare il proprio territorio è certamente un fattore anche culturale. L’amministrazione comunale pensa bene di premiare con un attestato tutte le associazioni partecipanti, consegna un attestato speciale a due “cittadini esemplari” (Annamaria Troccoli e Francesco Infantini), tutti i giorni fortemente ancorati al proprio territorio, agendo sempre in prima persona. La manifestazione si è svolta ieri sera a Marina di Camerota, ed è stata allietata dall’associazione “La scala di seta” nelle persone di Oreste, Barbara e Manfredo D’Alessandro (rispettivamente voce e chitarra, voce e tastiera, sax), che hanno interpretato la tradizione musicale campana nella rassegna “Dal Cilento a Napoli”.

Il pubblico partecipe, incantato, commosso, ha ripercorso la propria identità, le proprie tradizioni, il legame affettivo di ognuno con questo territorio. Il Cilento è forse proprio questo. È la storia di legami con i colori, i profumi, le forme, i ritmi quotidiani che evocano quelli della mitologia, è amore e odio, una storia struggente tra un luogo sempre bello e incontaminato, dalla staticità quasi poetica, e un popolo che deve imparare a gestirlo, a “sfruttarlo” al meglio.

Puliamo il mondo è uno stimolo, la messa a fuoco sui cittadini che da sempre hanno protetto il territorio, è un percorso culturale e sociale, per impedire ai giovani di lasciare la terra natia per un nord che ci ha spesso deriso e umiliato, dietro al quale si nasconde (e adesso non più, basti pensare a Gomorra e al documentario Biùtifil cauntri) un’organizzazione criminale che smercia – senza porsi delle domande –  i rifiuti alle mafie campane, alimentando lo stereotipo di una Campania sporca, arretrata e camorristica. Il sindaco Antonio Romano ringrazia tutti i volontari e garantisce l’impegno fermo dell’amministrazione per una politica nel totale rispetto dell’ambiente, nel recupero delle tradizioni passate per comprendere il presente e proiettarsi nel futuro, e conclude: “Cala bianca è il frutto della consapevolezza dei cittadini e dell’amministrazione, è il tentativo di far convivere la qualità ambientale con lo sviluppo del turismo”.