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Toni troppo forti in campagna elettorale

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Toni troppo forti in campagna elettorale

La politica italiana, quella vecchia e quella nuova nata sul web, usa toni forti in campagna elettorale. Tra Stalin e Hitler, Grillo parla ora ai moderati

beppe_grillo_campagna_elettoraleLa campagna elettorale per le Europee 2014 sta glissando su temi controversi con parole dai torni forti. Per le nuove generazioni la politica sta assumendo il volto delle urla e della riesumazione dei fantasmi dei regimi totalitari. Beppe Grillo, portavoce del Movimento 5 Stelle, si è dichiarato “Oltre Hitler“.  Questi signori si fanno la guerra a distanza, giocando a chi è più cattivo, di additare l’altro di essere  come Stalin e questi, rincarando la dose, rispondendo: “Altro che Stalin, io sono oltre Hitler“.

Mentre la liquidazione a peso d’oro per i Parlamentari cresce sempre più, e il popolo diventa sempre più povero, scompaiono i programmi dalle promesse elettorali e i politici si lanciano la palla come un feroce ping-pong. Silvio Berlusconi, ospite al programma Quinta Colonna di Paolo Del Debbio, dopo le solite frasi a cui siamo abituati da anni sul valore della prima casa,  ha attaccato Grillo definendolo come il peggio del peggio: “Andando da quella parte lì non si combina niente“. Ritornando sul golpe di stato di tre anni fa e sulla sentenza ingiusta, ha affermato che i grillini non fanno parte delle grandi famiglie politiche europee e che, non contando nulla, saranno messi da parte nell’Europarlamento: “Forse potranno dare una brutta immagine dell’Italia continuando a urlare ma non combineranno niente“.

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Il Cavaliere è tornato a parlare  di Equitalia, la società creata dal Governo Silvio Berlusconi III (2005): “L’aboliremo. I debiti non saranno più recuperati da terzi, ma dai Comuni stessi, come un tempo“.  E dire che Equitalia è una sua creazione. Ma a volte si creano dei mostri per sconfiggerli e avere il pregio di essere chiamati eroi.

Intanto sulla rete ammiraglia c’era proprio Beppe Grillo, tornato in RAI dopo 20 anni di esilio.  Commosso e pacato, si è conquistato la fiducia dei moderati, allontanando da se i proclami urlati e l’evocazione delle lupare bianche.

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Entrambi sulle due televisioni avevano davanti un solo interlocutore, con un pubblico che applaudiva per Silvio Berlusconi e uno pagato per Beppe Grillo: “Vespa si vede che questo pubblico è addomesticato e pagato. Non possano contraddire o parlare. A volte sorridono e basta“.

Abbiamo assistito all’ennesima pagina da dimenticare dell’Italia del voto: vecchi salmi recitati a memoria e un nuovo Umberto Bossi (di Genova) che placa i toni solo per conquistarsi la fiducia dei moderati, di quelli che amano una TV e una politica pacata.

Salvo poi scendere in piazza e tornare a parlare di lupare e di dittatori; spenta la televisione, però, il potere di questi signori svanirebbe.

A che cosa devono assistere le nuove generazioni?

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Mi chiamo Danilo Ruberto, sono laureato in Filosofie e Scienze della Comunicazione e della Conoscenza presso l'Università della Calabria. Attualmente sono iscritto al secondo anno della laurea magistrale in Teoria della Comunicazione. Informare significa offrire diverse possibilità di guardare un determinato fatto. Tra le mie passioni vi sono la letteratura e il cinema. Vengo da brevi esperienze in testate on line, con particolare attenzione verso l'attualità e il mondo cinematografico. "Il cinema non dice cosa desiderare, ma come desiderare" (Slavoj Zizek)