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Testa di Apollo: un saluto al simbolo di Salerno

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Testa di Apollo: un saluto al simbolo di Salerno

La testa di Apollo, il reperto archeologico più famoso di Salerno, partirà per un tour espositivo a Firenze, Los Angeles e Washington

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La testa di Apollo, uno dei reperti archeologici più importanti del territorio salernitano, fu ritrovata casualmente nel 1930 da un gruppo di pescatori nelle acque del Golfo. Il reperto bronzeo dal peso di 40 kg, subì una complessa vicenda giudiziaria, per poi essere definitivamente collocata nell’attuale luogo di conservazione, ovvero le sale espositive del Museo Archeologico Provinciale di Salerno, fondato nel 1927.

Dal ritrovamento ad oggi la testa di Apollo è stata continuamente oggetto di studi e ricerche per venire a capo dell’enigma della sua datazione storica. La testa bronzea, è solo uno, però, dei reperti straordinari conservati al Museo, vittime dell’oscurantismo culturale di alcune delle nostre zone del sud. Negli ultimi mesi sono state molte le iniziative del Museo organizzate insieme all’associazione Fonderie Culturali per diffondere e promuovere la preziosità dei siti archeologici della città di Salerno. La testa di Apollo, infatti, insieme ad alcuni oggetti della collezione, partirà per un tour espositivo che vedrà come prima tappa la città di Firenze nella mostra “Potere e Pathos” sui bronzi del mondo ellenistico, per poi essere trasportata oltreoceano nelle città di Los Angeles e Washington. La mostra, organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi, da J. Paul Getty Museum di Los Angeles e dalla National Gallery of Art di Washington, ospiterà eccezionali esempi dell’arte bronzea nell’età Ellenistica.Testa di Apollo

A raccontare l’iter e la storia di questa collaborazione, è stata la curatrice del Museo Archeologico di Salerno Silvia Pacifico, durante la conferenza “Apollo. Dio Ambasciatore della cultura di Salerno”.

“Oggi celebriamo un momento emozionante ha raccontato Silvia Pacificoche conclude un lavoro iniziato ben tre anni fa, insieme al curatore americano rimasto completamente estasiato dalla bellezza del nostro Apollo, lamentando la scarsa conoscenza a livello internazionale dei reperti di queste zone del Sud.”

“Dobbiamo uscire da questo silenzio che ci avvolge –  ha continuato la Pacificonon esiste soltanto Napoli o la zona della Sicilia, ma anche la città di Salerno ha molto da offrire dal punto di vista archeologico.”

L’orgoglio nelle parole dei curatori del Museo lascia spazio alla speranza che la testa di Apollo possa portare oltreoceano un po’ della cultura mediterranea ai più sconosciuta e che finalmente essa possa essere ammirata e apprezzata da chi davvero ne coglie l’importanza e la bellezza. Non possiamo fare altro, quindi, che unirci ai saluti del Museo Archeologico di Salerno ed augurare al nostro simbolo “buona fortuna per il lungo viaggio.”

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