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Terra dei fuochi, a volte basta poco

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Terra dei fuochi, a volte basta poco

Terra dei fuochi, Terra di una vita difficile, Terra di illusione, Terra di delusione, ma anche e soprattutto Terra di speranze

Un giorno, un pomeriggio, alcune ore trascorse a Caivano, un Comune al bivio tra Napoli e Caserta, possono bastare per farti tornare a casa con un magone, con un senso di vuoto interiore, con le lacrime agli occhi e con un colpo al cuore che conserverà a lungo le emozioni vissute in una delle “Terre dei fuochi”.

Grazie al fantastico team del “Giffoni Experience” ho avuto la possibilità di recarmi nella località napoletana e l’impatto è stato tremendo, l’essere presente ha suscitato in me sensazioni contrastanti, da un lato c’era un po’ di timore, ma dall’altro la voglia di scoprire e capire una realtà che è protagonista, attraverso i vari media, solo di esperienze non felici. Girando per il paese all’interno di un bus cominci a scorgere i vari sguardi sospetti delle persone del luogo, lo scetticismo che accompagna il tuo passaggio, le domande: “e questi chi sono?”. Dal mezzo di trasporto, invece, c’è la voglia di carpire i segreti più profondi, scrutare ogni angolo per scoprire l’effettiva realtà, la vita di tutti i giorni degli abitanti caivanesi e le prime scene in cui ti imbatti non sono certo incoraggianti.

terra dei fuochi

Una volta giunti presso il “Parco Verde” ti rendi conto che susciti immediatamente la curiosità di persone, in maggioranza bambini, che scrutano e osservano quello che stai per fare. Molti di loro, forse tutti, ti guardano con un’aria di sfida, un atteggiamento da bulletto del quartiere, mentre guidano i loro quad a 7 anni, impennano le loro biciclette e mostrano i tatuaggi “veri” appena fatti a 13 anni. In quel momento sale un po’ l’ansia, ti rende nervoso, ma poi prende la parola Claudio Gubitosi, Founder & CEO del Giffoni Experience, sul sagrato della Parrocchia San Paolo Apostolo e ti rendi conto che tutti stanno lì ad ascoltare, a sentire le sue parole, a capire cosa stia dicendo e in quel momento cominci ad avere il primo sussulto, fantastico come un originale caffè napoletano. Prende poi la parola Don Maurizio Patriciello, il Parroco della comunità, e ascoltando le sue parole, forti come la voglia di vivere, tremendamente pungenti come una lama, cariche di passione e pathos, beh… in quel momento ti rendi conto che di quella “Terra” non sai proprio niente, non hai capito niente e che se c’è qualcosa di veramente sbagliato su quella gente è il pregiudizio dell’uomo comune, quello che dall’alto del suo divano o davanti al suo PC, si limita a esprimere giudizi, emettere sentenze e condanne, fuori contesto come uno spaghetto alle vongole mangiato sulle Dolomiti.

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Se a tutto questo aggiungi uno spettacolo aperto a tutti organizzato dal “Giffoni Experience” con una parte musicale a cura degli allievi del Conservatorio di Musica di Salerno “G. Martucci” in grado di far scatenare i bambini a ritmo di percussioni, uno spettacolo di magia di Pastrocchio Lab che trasforma “magicamente” i bulletti di prima in puri, semplici e candidi bambini, o la telecamera che hai tra le mani che li spinge a curiosare e, addirittura, imbarazzarsi, è proprio allora che cominci a vedere in loro il “fuoco”, non quello della terra, ma quello della vita. Al termine dello spettacolo sei costretto a tornare a casa, sì, costretto, perché vorresti rimanere lì con loro, vorresti spiegare che la vita potrebbe offrire realtà diverse, vorresti far capire che non sei il migliore solo se “impenni” meglio degli altri il tuo motorino, ma purtroppo il tempo scorre e devi far ritorno nella tua accogliente casa, in una realtà totalmente opposta, ma con una certezza in più nella testa e nel cuore, ossia che a questi bambini, questi ragazzi, queste famiglie, la vera e unica cosa che manca è la possibilità di una vita diversa, la possibilità di far sentire la propria voce o dimostrare le proprie possibilità.

Se altri prendessero spunto da questa fantastica iniziativa del Giffoni Experience che in prima persona è stato effettivamente in loco regalando un sorriso, ma soprattutto qualcosa di diverso, a quel punto si potrebbe parlare di Campania Felix o, come dice Rocco Hunt, Terra del Sole e non Terra dei Fuochi, pertanto Giffoni… Chapeau!!!