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Teatro delle Arti di Salerno, presentata la stagione 2018-2019

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Teatro delle Arti di Salerno, presentata la stagione 2018-2019

Da Gianni Ferreri a Yary Gugliucci, dieci appuntamenti con il “buon teatro” italiano al Teatro delle Arti di Salerno. Fuori abbonamento arriverà Biagio Izzo

Sono undici in tutto gli spettacoli in programmazione nella prossima stagione teatrale 2018/2019 del Teatro Delle Arti di Salerno, dieci in abbonamento ed uno fuori cartellone.

Una stagione variegata che vedrà tanti volti noti al pubblico alternarsi sul palcoscenico della struttura salernitana a partire da novembre.

Si parte il 3 e 4 novembre con Gianni Ferreri e Antonella Elia che proporranno un classico del teatro partenopeo “La banda degli onesti” di Mario Scarpetta, per la regia di Gaetano Liguori. Si tratta di uno spettacolo a sua volta ispirato alla trasposizione teatrale del celebre film del 1956, diretto da Camillo Mastrocinque e sceneggiato da Age & Scarpelli, considerato uno dei più divertenti e brillanti della coppia formata da Totò e Peppino De Filippo.

Fu Mario Scarpetta, pronipote del grande Eduardo Scarpetta e purtroppo scomparso nel 2004, a cimentarsi nell’ardua impresa di trasformare “La banda degli onesti” in uno spettacolo teatrale, adattandolo con l’autorizzazione di Age & Scarpelli e mantenendo immutata la struttura della sceneggiatura. L’ultima rappresentazione di questa commedia teatrale avvenne nel 2004, poco prima della morte di Mario Scarpetta e dopo una lunghissima tournée.

Il 17 e 18 novembre, fuori abbonamento, sarà la volta di Biagio Izzo che porterà in scena un lavoro di E. Tartaglia “I fiori del latte” ovvero il nome di un caseificio campano di prossima apertura scelto tra un inconsapevole rimando baudelairiano e un più probabile errore di declinazione (Ma esisterà mai il plurale del fiordilatte? E allora le mozzarelle, le provole, le ricotte, le scamorze?…). Un nome che è tutto un programma per quello che sarà “… il fior fiore dei fiori all’occhiello di Casaldisotto Scalo!…”.

Si prosegue a dicembre il giorno 1 e 2 con Carlo Buccirosso che porterà in scena un lavoro scritto e diretto da lui dal titolo “Colpo di scena”.

Terzo appuntamento con un eccezionale Ennio Fantastichini che in coppia con Iaia Forte proporranno il 12 e 13 gennaio “Tempi nuovi” un lavoro di Cristina Comencini che ne firma anche la regia. “Tempi nuovi” mette in scena un nucleo familiare investito dai cambiamenti veloci e sorprendenti della nostra epoca: elettronica, mutamento dei mestieri e dei saperi, nuove relazioni. Un terremoto che sconvolge comicamente la vita dei quattro personaggi: un padre, una madre e i due figli e li pone di fronte alle contraddizioni, alle difficoltà di un tempo in cui tutto ci appare troppo veloce per essere capito ma in cui siamo costretti a immergerci e a navigare a vista.

Quarto appuntamento con il Centro Teatrale Meridionale che proporrà “Molto rumore per nulla” di W. Shakespeare.

Il quinto appuntamento, in programmazione il 16 e 17 febbraio vedrà come protagonisti Marisa Laurito, Geppy Gleijeses e Benedetto Casillo, che metteranno in scena “Così parlò Bellavista” tratto dal noto libro e film di Luciano De Crescenzo.

Il 2 e 3 marzo sarà la volta di Serena Autieri e Paolo Calabresi, protagonisti de “La Menzogna” di Florian Zeller. Settimo appuntamento il 16 e 17 marzo con le “Millevoci tonight show” di Francesco Cicchella, per la regia di Gigi Proietti. Il 30 e 31 marzo saliranno sul palcoscenico del Teatro Delle Arti i “Parenti Serpenti” capitanati da Lello Arena, mentre il 13 e 14 aprile sarà la volta di Gino Rivieccio che firma anche la regia dello spettacolo “Cavalli di ritorno”. Ultimo appuntamento il 27 e 28 aprile con Yary Gugliucci, protagonista di “Un principe in frac”, un racconto originale che ripercorre la storia di Antonio De Curtis, dalla gioventù fino a pochi anni prima della sua morte, con citazioni, interpretazioni legate alla sua carriera e con gli incontri più importanti della sua vita, da Peppino De Filippo a Franca Faldini, senza dimenticare Mario Castellani. Due storie parallele destinate ad incontrarsi in un’unica maschera divisa, tra sorrisi e malinconia, tra l’uomo e il personaggio, tra Totò e Antonio De Curtis.