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Simonetta Lamberti rivive con Roberti, Don Ciotti e Montemurro

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Simonetta Lamberti rivive con Roberti, Don Ciotti e Montemurro

Inaugurato a M.S. Severino il presidio di LIBERA contro le mafie dedicato a Simonetta Lamberti, gli ospiti discutono di giustizia per la memoria e l’azione

Simonetta LambertiSimonetta Lamberti fu uccisa a Cava de’ Tirreni, il 29 maggio 1982, a soli 11 anni. Morì durante un attentato rivolto a suo padre Alfonso Lamberti, giudice e procuratore di Sala Consilina.

LIBERA, associazione nazionale contro le mafie con presidi sparsi in tutt’Italia, ha inaugurato presso il Teatro Comunale di Mercato San Severino, venerdì 7 marzo, la nascita del presidio di LIBERA in città. La scelta di dedicare il presidio alla piccola Simonetta Lamberti, vittima innocente della mafia, nasce in continuità con il discorso dell’Associazione La Magnifica gente do’ sud, che l’ha voluto fortemente.

Simonetta Lamberti

Oltre ai tanti cartelloni dedicati a Simonetta Lamberti, dalla galleria del teatro scendono drappi bianchi con i nomi di tutte le vittime innocenti, realizzati dagli alunni della Scuola media San Tommaso D’Aquino.

Simonetta LambertiSimonetta è l’ospite che, nonostante la morte, rivive nei cuori dei presenti attraverso poesie, canzoni, letture e un breve spettacolo teatrale che ha aperto la serata. Alcune esibizioni sono tratte dallo spettacolo Volti diversi… uno stesso destino.

Dopo i saluti istituzionali il sindaco Giovanni Romano, onorato per la presenza dei tanti ospiti, evidenzia la convinzione che “la legalità dev’essere un’abitudine“. Infine comunica che, come deciso dalla Giunta Comunale, il 21 marzo si inaugurerà uno spazio dedicato alle vittime innocenti di mafia, in occasione  della Giornata della Memoria e dell’Impegno di LIBERA contro la mafie.

Il Prefetto di Salerno, dott.ssa Gerarda Pantalone, insiste sul ruolo di LIBERA come “presidio di legalità” e sottolinea che il dolore si combatte lottando. La lotta è lo “strumento per sconfiggere la mafia” adottato anche da Angela  Procaccini e Serena Lamberti, madre e sorella di Simonetta Lamberti presenti in sala. La sorella Serena dichiara, felicemente commossa: “Sentire il suo nome pronunciato da tanti, mi dà molta forza, al di là delle lacrime, dentro sono contenta”.

Simonetta LambertiLa parola passa agli ospiti speciali. Vincenzo Montemurro, PM della Direzione Distrettuale Antimafia, sottolinea come sia importante essere presenti per “attingere la forza del nostro agire quotidiano” dalla storia di Simonetta Lamberti. La sorella e la madre sono, infatti, “simboli della memoria e della denuncia, del superamento di tutte le forme di omertà che contrassegnano quasi tutte le vicende delle vittime di mafie“. Invitando, infine, i ragazzi presenti a “rompere ogni schema di illegalità“, rivela quanto sia difficile essere magistrati e non essere padri quando si leggono le pagine del processo.

Anna Garofalo, referente provinciale di LIBERA, termina con “dobbiamo muoverci tutti insieme e chiedere alla politica di fare bene la sua parte, dobbiamo essere sentinelle di giustizia” il suo intervento, lasciando la parola al procuratore nazionale antimafia.

Simonetta LambertiFranco Roberti, accompagnato dalla scorta e da un servizio d’ordine impeccabile, esordisce precisando “Stasera dovevo essere qui”, perché, oltre ad essere legato alla storia delle vittime innocenti di mafia, si sente ancora procuratore di  Salerno, benché abbia ormai abbandonato l’incarico.  Oltre a Simonetta, infatti, bisogna ricordare anche Marcello Torre di Pagani, ucciso nel 1980 dalla camorra, i cui parenti erano presenti in sala.

Come procuratore nazionale, Roberti dice che “bisogna fare il massimo per dare giustizia alle vittime di mafie. Bisogna costruire giustizia e verità e non si costruisce la prima senza la seconda”. Il problema, infatti, non è chi fa il male, ma quanti guardano e lasciano fare. Mentre “una delle più grandi povertà è l’indifferenza e la delega ad altri, le cose belle danno forza e dimostrano che c’è un’Italia che ci crede”.

Colpito da un cartellone che parla di legalità e giustizia, sottolinea con enfasi che “le mafie approfittano delle mancanze della giustizia” e che l’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Confiscati alla Criminalità Organizzata, benché non funzioni ancora a pieno regime, è un’opportunità per l’intera collettività. Con l’impegno degli uomini delle Istituzioni e di presidi di legalità (come quello di Mercato San Severino dedicato a Simonetta) “lo Stato, se vuole, può vincere sulle mafie.

Simonetta Lamberti

Don Luigi Ciotti, conosciuto in tutta Italia per la sua lotta contro la mafia, esordisce ricollegandosi all’intervento di Roberti, dichiarando: “Bisogna cogliere la positività per fare in modo che la nostra memoria non sia celebrazione, ma impegno 365 giorni all’anno, non un evento, ma una continuità”. E ancora: “Conoscere, conoscere, non vivere di informazioni di seconda mano. Non possiamo essere cittadini ad intermittenza“. Ricordando che la tragica storia di Simonetta Lamberti non è un film, precisa con fervore che il problema non sono i morti, ma i morti vivi. Per Don Ciotti, il noi vince, poiché ognuno è chiamato a contribuire al bene comune, premessa del bene individuale: “Cittadinanza significa corresponsabilità e la politica è servizio per il bene comune“.

L’invito di tutti gli ospiti dell’evento può essere racchiuso, prima ancora del diritto imprescindibile  alla giustizia e alla verità, nel dovere della memoria di Simonetta Lamberti e di tutte le vittime innocenti. Solo dalla memoria può derivare l’impegno per il presente e per il futuro, oltre “la mafiosità” che, come afferma Don Ciotti, “attraversa il nostro paese“.

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Con una laurea in filosofia specialistica appesa al muro e una tesi su intersoggettività e comunità nella "Critica del Giudizio" di Kant nel cassetto, mi sono innamorata dell'affollatissimo mondo della comunicazione e dei social network. Appassionata di fotografia e viaggi, sono sempre pronta a partire per poi raccontare! Mi diverto, nel tempo libero, a scrivere favole e racconti che un giorno forse pubblicherò. Il mio motto, preso in prestito dal passato, è "Sapere Aude!"