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Sergio Rossi, trovato il suo assassino Gurlea

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Sergio Rossi, trovato il suo assassino Gurlea
Sergio Rossi

A pochi giorni dalla cattura di Elena Bot, scoperto in Romania l’altro assassino di Sergio Rossi, Fanel Gurlea, grazie ad un mandato di arresto europeo

[ads2] Nel tardo pomeriggio del 27 novembre è giunto presso l’Aeroporto internazionale di Roma Fiumicino il cittadino rumeno Fanel Gurlea, 40 anni,  arrestato nei giorni scorsi in Romania in esecuzione di un mandato di arresto europeo.

Al Gurlea i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile del Comando Compagnia carabinieri di Salerno hanno notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito dell’indagine relativa alla morte di Sergio Rossi, avvenuta il 28 settembre 2012.

L’arresto di Gurlea segue di pochi giorni quello della complice Elena Bot, catturata nelle scorse settimane in Germania, sempre tramite mandato di arresto europeo emanato nella stessa attività di indagine.

Sergio Rossi, 64 anni, storico militante della destra salernitana, venne trovato da alcuni passanti riverso sul marciapiede di Corso Garibaldi, in fin di vita. Trasportato in condizioni gravissime presso l’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, morì dopo sei giorni in coma per le emorragie cerebrali causate da una frattura al cranio.

Sergio Rossi
Sergio Rossi

Le indagini avviate dai Carabinieri della Compagnia di Salerno immediatamente dopo i fatti e coordinate dalla Procura della Repubblica di Salerno, consentirono di raccogliere gli elementi utili per appurare che la morte di Rossi era conseguenza di una rapina perpetrata dai due soggetti di nazionalità rumena, che avevano aggredito l’anziano con un oggetto contundente al fine di impossessarsi del suo telefono cellulare, procurandogli le ferite che poi si sarebbero rivelate fatali.

Fanel Gurlea ed Elena Bot, oggi indagati rispettivamente per omicidio volontario, favoreggiamento e ricettazione, sentendosi braccati dagli investigatori, nei giorni successivi alla morte di Rossi si diedero alla fuga facendo ritorno nel proprio Paese.

Le indagini proseguite senza sosta fino alla loro individuazione e cattura, si è avvalsa della collaborazione del servizio per la cooperazione internazionale di polizia, con l’ausilio di unità di polizia tedesche e rumene.

Per Gurlea e Bot, ora detenuti nel carcere di Roma Rebibbia, verrà fissata una nuova udienza preliminare nel corso della quale i giudici del Tribunale di Salerno decideranno sul loro rinvio a giudizio.