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Saviano all’attacco: “Gomorra nelle liste di De Luca”

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Saviano all’attacco: “Gomorra nelle liste di De Luca”

Duro affondo del giornalista e scrittore anticamorra Roberto Saviano: “Le liste di De Luca non trasformano il modo di fare politica in Campania”

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Le liste di De Luca ricalcano le solite vecchie logiche di clientele. E’ sempre stato questo e questo sarà: le liste si fanno su chi è in grado di portare pacchetti di voti“.

Dichiarazioni forti quelle di Roberto Saviano, il giornalista e saggista autore di Gomorra che, in un’intervista all’Huffington Post, ha commentato le liste elettorali del Pd presentate per le elezioni Regionali in programma il prossimo 31 maggio.

Gomorra è nelle liste di Vincenzo De Luca. Non sono affatto liste con nomi nuovi e in nessun caso trasformano il modo di fare politica“. Parole di denuncia quelle di Saviano, che tira in ballo Enrico Maria Natale – “..la sua famiglia è stata più volte accusata di essere in continuità con la famiglia Schiavone” – e Nicola Cosentino – “..gli uomini di Cosentino che puntano al centrosinistra per vendetta contro Caldoro ci sono sempre stati”.

Nel Pd e nelle liste c’è tutto il sistema di Gomorra” prosegue Saviano, “indipendentemente se ci sono o meno le volontà dei boss. Il Pd nel Sud Italia non ha avuto alcuna intenzione di interrompere una tradizione consolidata. E cioè alla politica ci si rivolge per ottenere diritti: il lavoro, un posto in ospedale… Il diritto non esiste. Il diritto si ottiene mediando: io ti do il voto, in cambio ricevo un diritto.”

Da qui l’allarme lanciato alle Primarie:”Lanciai l’allarme perché sapevo che sarebbe successo questo. Dissi: non legittimate politici che hanno già in mente come vincere e come posizionarsi. E quindi l’invito a non votare era l’invito a non legittimare questo sistema”.

Non si è fatta attendere la replica dell’ex Sindaco di Salerno: “Occorre avere rispetto per le centinaia di candidati autorevoli espressioni della società civile, impegnati con noi nella campagna elettorale”.
“E’ arrivato il momento”,
continua De Luca, ” di far vivere un principio di civiltà: né mezze parole, né frasi generiche, ma nomi, cognomi, fatti e denunce precise alla Procura della Repubblica”.

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