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A Sarno si rinnova la tradizione millenaria dei Paputi

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A Sarno si rinnova la tradizione millenaria dei Paputi

SARNO – Anche quest’anno si rinnova l’appuntamento con la Settimana Santa sarnese, una tradizione millenaria che si ripete dal 1200 circa, affermandosi come una delle più antiche della regione.

Si comincia dal Giovedi Santo, in cui si allestiscono i Sepolcri: intorno ad alcune effigi votive storiche, che si possono trovare tra le strade del paese, vengono allestiti dei veri e propri palchetti, adornati con fiori e lumini commemorativi. Tradizionalmente ogni persona deve compiere il famoso “struscio“, ossia camminare a piedi e intonare una preghiera per almeno sette sepolcri. La sera, ogni diocesi ripete la scena dell’ultima cena con la lavanda dei piedi ai fedeli.

Il Venerdi Santo è caratterizzato dalla processione dei Paputi, una delle tradizioni più antiche della cittadina. Si tratta di un corteo di uomini incappucciati che portano la croce del Cristo per le strade del paese, fermandosi ad ogni sepolcro, dove le donne intonano canti di dolore in memoria del Cristo defunto. La sera dello stesso giorno, gli uomini riprendono la traversata del paese, procedendo all’adorazione della croce.

Le diverse congregazioni parrocchiali indossano un tunica bianca con cappuccio alzato. Le  confraternite ecclesiastiche, per riconoscersi tra loro, hanno un proprio cordone e una propria ornatura, ad eccezione di quelle di San Matteo – che indossa una tunica rossa per simboleggiare la preminenza sulle altre chiese sarnesi – e San Francesco – che porta, invece, il saio monacale –. La processione, oltre a ricordare la Via Crucis compiuta da Gesù Cristo, simboleggia il passaggio tra la vita e la morte e l’eliminazione del vecchio a favore del nuovo.

 

 

 

 

 

La domenica di Pasqua, infine, è una festa per tutto il paese, che celebra la resurrezione del Cristo mangiando i piatti tipici locali (pastiera di maccheroni e soppressata), sciogliendo la penitenza (digiuno di carne) dei venerdì di quaresima.