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Salerno, tentato suicidio in carcere: l’appello di Don Rosaio al ministero

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Salerno, tentato suicidio in carcere: l’appello di Don Rosaio al ministero
pixabay

Il cappellano del carcere di Fuorni a Salerno rivolge un appello al Ministero dell’interno per il tentato suicidio di un detenuto ad Aversa

Don Rosario Petrone prende a cuore un ex detenuto del carcere circondariale di Salerno e rivolge un appello al Ministero dell’Interno.

La questione pare trattare proprio le misure di Covid-19 e la mancata possibilità, per alcuni detenuti, di godere di una pena alternativa al carcere, attraverso l’utilizzo di braccialetti elettronici.

Ecco che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria afferma di averne acquistati 5000 che nella Regione Campania, non sono mai arrivati. Tale attesa ha creato dei disagi psicologici e preoccupazioni nei detenuti che hanno ottenuto la concessione della misura alternativa della detenzione domiciliare con applicazione del braccialetto elettronico.

Tra questi, uno in particolare di origini straniere e precedentemente detenuto nella casa circondariale di Salerno, pare non aver retto lo stress psicologico generato da tale situazione. Ecco che ai lunghi tempi della burocrazia e in larga parte causati dall’emergenza sanitaria Covid-19, si accosta il gesto eclatante da parte dell’uomo: il tentato suicidio.

Grazie al tempestivo lavoro da parte delle guardie penitenziarie del carcere di Aversa, l’uomo non è riuscito nel suo intento e la sua salute fisica è intatta.

Il detenuto aveva ottenuto già da tempo la possibilità di proseguire la propria pena, proprio presso la Domus Misericordae di Brignano a Salerno. Ecco che qui entra in scena Don Rosario che, prendendo a cuore la vicenda, rivolge il proprio appello al Ministero dell’interno e al Dipartimento di pubblica sicurezza:

Carcere salerno brignano

“Faccio appello al ministero dell’interno e al dipartimento di pubblica sicurezza perchè vengano forniti i braccialetti ai detenuti e siano ridotti i tempi di attesa che ledono la dignità di chi, in sostanza, viene illuso con  possibilità che poi, senza i necessari strumenti, non si concretizzano. Per giunta in un clima di tensione come quello di emergenza nazionale che stiamo vivendo.

Paradossale, a fronte delle concessioni di pene alternative disposte dai giudici, la mancanza dei braccialetti e il fatto di volerli imporre per fare uscire i detenuti che devono scontare meno di due anni di reclusione. Poi intanto si concede la libertà a camorristi e criminali che hanno compiuto reati certamente peggiori rispetto, ad esempio, a quelli commessi dal giovane straniero che ha tentato il suicidio. Chiediamo risposte e facciamo appello al senso di umanità del nostro Paese”.