A Salerno, per effetto della sentenza del Tar Campania 33mila alunni tornano a scuola. Di seguito la nota dell’Unione degli studenti della Campania
A Salerno è ora di tornare a scuola. Il rientro in aula nel Salernitano è previsto, infatti, per 33mila alunni ma con l’incubo contagi. Intanto sono già 160 gli allievi in quarantena.
Si riaprono tutte le scuole medie per effetto della sentenza del Tar Campania che nei giorni scorsi aveva bocciato lo stop della Regione e un proseguimento della didattica a distanza.
Nel frattempo gli studenti della Regione Campania protestano all’unisono affinché il ritorno avvenga ma in sicurezza.
La nota
“Sulla scia dei ripetuti momenti di protesta susseguitisi da inizio anno scolastico, anche oggi tantissimi tra gli istituti della Regione Campania si mobilitano per un ritorno in presenza che garantisca la tutela della salute di tutti i soggetti che attraversano gli edifici scolastici. La richiesta risulta spontanea visto il vuoto di politiche di welfare studentesco nei mesi che ci separano dall’inizio dello scoppio della pandemia”. Si legge nella nota dell’Unione degli Studenti della Campania.
La riapertura
“Di ciò che reputavamo inderogabile per la riapertura delle scuole poco o niente è stato fatto, ci chiediamo come sia possibile tornare con una situazione invariata dal punto di vista della rete di trasporti, dello stato dell’edilizia scolastica, e di tutto ciò che è intrisecamente connesso al mondo scuola. Del resto la Didattica a Distanza sta mostrando tutte le sue carenze e porterà a danni notevoli nel tessuto sociale” dichiara Mario Novelli, Coordinatore dell’UdS Campania. “Non possiamo ignorare il danno psicologico che la trasformazione dell’apprendimento in un processo privo di socialità, rafforzato nel suo modello frontale, ha arrecato alla nostra generazione” continua Mario.
Adeguamento aule
“Tornare a studiare in presenza è una necessità inderogabile, ma deve passare per un adeguamento delle aule e del sistema di tracciamento epidemiologico dotando ogni scuola di presidi sanitari. Oggi protestiamo per un rientro in presenza ma che sia sicuro e definitivo, per operare nel tentativo di sanare le grandi lacune lasciate dal lungo periodo di DaD in termini di partecipazione alle lezioni e qualità dell’apprendimento, per far sì che sia garantito il diritto allo studio”, conclude la nota.