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Il “nuovo” metodo della Camorra in provincia di Salerno

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Il “nuovo” metodo della Camorra in provincia di Salerno

Pubblicata la relazione semestrale della DIA, presentata dal Ministro Lamorgese. Il report sulla camorra in provincia di Salerno

Si tratta di un’analisi realizzata sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione. Nel dettaglio, il quadro sulla provincia di Salerno, principalmente l’Agro Nocerino-Sarnese, la Valle dell’Irno, la Costiera Amalfitana, la Piana del Sele, il Cilento ed infine il Vallo di Diano.

La Relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2021 presentata dalla presidente della Corte di Appello di Salerno, Iside Russo, il 22 gennaio 2022 pone in primo piano l’interesse delle organizzazioni criminali verso “le prospettive di espansione legate all’emergenza sanitaria, cercando di consolidare la loro presenza sul territorio mediante l’elargizione di prestiti di denaro a titolari di attività commerciali in difficoltà, allo scopo di “fagocitare” le imprese, facendone uno strumento per il riciclaggio ed il reimpiego di capitali illeciti”. 

Ma non solo riciclaggio, infatti il fenomeno mafioso vira verso forme più subdole
di penetrazione del tessuto economico-imprenditoriale che “prescindono completamente dall’uso della violenza e della minaccia” e sono fondate “sulla capacità di condizionamento della pubblica amministrazione e della classe politica, sulla cui selezione le vecchie reti di potere camorristico restano in condizioni di incidere significativamente“.

La mappa dei Clan

La situazione in Cilento

Il Procuratore della Repubblica di Salerno, Giuseppe Borrelli, ha posto poi l’accento su alcune criticità nell’attività di contrasto per aree molto sensibili, quali il Cilento: “territorio di reinvestimento di profitti da parte di organizzazioni mafiose di varia natura – derivante dalla inesistenza di informazioni provenienti quel territorio sul quale, inoltre, la distanza chilometrica dalla città di Salerno, rende complesso, se non addirittura impossibile, delegare investigazioni, specie con attività tecniche”.

Infatti “la distribuzione delle forze di polizia giudiziaria sul territorio risulta completamente irrazionale. Basti pensare, in proposito, che l’ultimo commissariato di Polizia di Stato è localizzato in Battipaglia ed il successivo a Sapri, ovvero ad una distanza di circa 130 km”.

Le infiltrazioni a Salerno

Nella città di Salerno continuano le attività di contrasto a carico del clan D’Agostino. In particolare la DIA il 4 novembre 2021 ha eseguito una misura cautelare personale197 nei confronti di alcuni imprenditori e professionisti che concedevano prestiti di denaro a persone in stato di bisogno dalle quali pretendevano con atti di intimidazione la restituzione di somme ingigantite
da tassi d’interesse in alcuni casi oscillanti tra il 300 ed il 514% annuo
. Ad alcuni degli indagati è stata contestata l’aggravante del metodo mafioso avendo agito “avvalendosi dalla forza d’intimidazione e dalla condizione di assoggettamento e di omertà delle vittime, derivante dalla storica contiguità” del principale indagato “al clan camorristico D’Agostino, operante in Salerno“. Con il provvedimento di fissazione dell’udienza preliminare198 programmata per il mese di febbraio 2022 ai principali indagati sono stati aggiunti altri soggetti le cui responsabilità sono emerse da successive indagini sul rilevante circuito finanziario illegale.

Numerosi arresti e sequestri sono stati poi eseguiti nel capoluogo a carico degli elementi di gruppi criminali minori che gestiscono prevalentemente il mercato degli stupefacenti e risultano composti in qualche caso da pregiudicati scarcerati dopo lunghi periodi di detenzione ma soprattutto da giovani leve in ascesa. In particolare nell’ambito dell’operazione “Porta a porta” il 14 settembre 2021 i Carabinieri hanno eseguito una misura restrittiva199 a carico degli elementi di un sodalizio criminale autodenominatosi “I guaglioni di via Irno” dedito al traffico di eroina, cocaina e crack mediante un sistema di “centralinisti” con utenze fittizie dalle quali erano fissati gli appuntamenti per la cessione di stupefacenti. Il porto commerciale “Manfredi” di Salerno sembra aver assunto un rilievo sempre più centrale nei traffici illegali internazionali in quanto “nodo finale” dei trasporti intercontinentali di sostanze stupefacenti e TLE200 destinati a tutta l’Europa.

Ciò ha trovato riscontro con l’operazione “Captagon” della Guardia di Finanza eseguita nel maggio del 2020 nell’ambito della quale erano state sottoposte a sequestro 14 tonnellate di anfetamine destinate a vari mercati esteri. Le successive
indagini hanno documentato le attività di due gruppi criminali operanti tra Toscana,
Albania e Svizzera e composti da cittadini italiani e albanesi che si approvvigionavano di ingenti quantitativi di cocaina e hashish provenienti rispettivamente dal Sud America e dal Nord Africa. L’operazione si è conclusa il 3 dicembre 2021 con l’esecuzione di misure cautelari a carico di un catanese titolare di una società svizzera operante nel trasporto di merci con il quale collaborava uno spedizioniere salernitano.

L’Agro-Nocerino

Nell’agro nocerino-sarnese, tradizionalmente influenzato dai clan della confinante area vesuviana il radicamento criminale si è rimodulato in più evolute forme d’infiltrazione del tessuto economico-commerciali specie ai fini del riciclaggio. Negli anni si è peraltro registrata una rilevante mutazione della mappa criminale con la scissione delle diverse associazioni in gruppi minori e una conseguente maggiore influenza delle più autorevoli consorterie partenopee e
avellinesi. D’altro canto i numerosi arresti e sequestri eseguiti nel semestre in esame a Scafati, comune in consistente crescita demografica, confermano come quel territorio rappresenti un importante crocevia per i traffici illeciti interprovinciali specie di stupefacenti.

La criminalità organizzata nella Piana del Sele

Nella Piana del Sele connotata dalla presenza di importanti insediamenti produttivi nel settore agro alimentare “l’asset camorristico fuoriesce dall’aspetto violento e/o militare proprio delle organizzazioni di meno recente operatività per costituire parte integrante del tessuto socio-politico-economico, influenzandolo e determinandolo dal suo interno con una palese difficoltà di inquadrarlo investigativamente e di ricondurlo alla fattispecie dell’art. 416-bis del Codice Penale (Associazioni di tipo mafioso anche straniere)”. In tale ottica finalistica nel tempo si è ridimensionata anche la storica contrapposizione tra i Pecoraro-Renna ed i De Feo.

La Costiera Amalfitana

Nella Costiera Amalfitana in territorio vietrese si conferma il gruppo Apicella mentre a Cava de’ Tirreni esercita la propria influenza il clan Bisogno, dedito prevalentemente alle estorsioni, all’usura e al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti in particolare attraverso la propria articolazione Zullo.

Il 1° luglio 2021 i Carabinieri hanno arrestato un pluripregiudicato già condannato per associazione camorristica in quanto appartenente al clan Bisogno all’esito di un indagine che ne aveva rilevato le condotte usuraie ed estorsive ai danno di un commerciante morto suicida dopo aver subito una sorta di “processo di espropriazione” da parte dell’indagato. Peraltro nella titolarità delle attività commerciali gestite dalla vittima erano infatti subentrati stretti familiari dell’arrestato i quali sono stati successivamente indagati per intestazione fittizia di beni. Nell’ambito dell’operazione sono stati altresì eseguiti sequestri finalizzati alla confisca di valori mobiliari, aziende e quote societarie nella disponibilità degli
indagati.