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Salerno, continua la lotta agli stupefacenti nella Provincia

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Salerno, continua la lotta agli stupefacenti nella Provincia

Continua senza sosta la lotta dei Carabinieri contro lo spaccio di stupefacenti nella Provincia di Salerno. Maxi-operazione contro clan di Eboli

Nelle prime ore della mattina, nelle province di Salerno e Napoli, militari di questo Comando Provinciale, supportati da quelli dei reparti territorialmente competenti e del Nucleo Cinofili di Sarno (SA), hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare – emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di 6 indagati (1 in carcere, 4 agli arresti domiciliari ed 1 con obbligo di dimora nel Comune di residenza), gravemente indiziati, a vario titolo, di “detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, concorso in lesioni personali aggravate dal metodo mafioso e detenzione e porto abusivo di arma”.

I provvedimenti conseguono ad una vasta ed articolata attività d’indagine avviata dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Salerno nel mese di maggio 2018, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di questo capoluogo.  Il procedimento trae origine dagli sviluppi delle investigazioni svolte a seguito delle denunce sporte dai titolari di un supermercato di Eboli, in relazione ad un tentativo di estorsione commesso nel 2018.

L’indagine ha permesso di ricostruire l’esistenza di un articolato gruppo armato, con ruoli e competenze ben definite, dedito alla commissione dei suddetti delitti, con ingente disponibilità di stupefacente del tipo cocaina, hashish e crack. Agli indagati vengono contestate anche condotte estorsive, finalizzate a costringere alcuni “clienti” del gruppo criminale investigato al pagamento immediato di somme di denaro come corrispettivo di pregresse forniture di stupefacenti non saldate.

L’attività investigativa rappresenta il tassello terminale di una più vasta azione di contrasto nei riguardi di un noto clan di Eboli, che recentemente aveva fatto registrare il tentativo di una sua riorganizzazione criminale sul territorio della piana del Sele, grazie al ritorno del suo capo storico. Il fatturato mensile dell’impresa criminale si aggirava intorno ai 50.000 €.

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