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Salerno, per la caccia ai terroristi arriva anche l’aiuto dell’Università

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Salerno, per la caccia ai terroristi arriva anche l’aiuto dell’Università

Un team di ricercatori dell’Università degli Studi di Salerno ha messo a punto un software utilizzabile per la ricerca di cellule terroristiche operanti sul web. Wtd–Web Terrorism Detection platform, questo è il nome del prototipo che sancisce anche la nascita di una attività cooperativa tra Unisa e Dna

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L’Università degli Studi di Salerno specializzanda d’eccezione nel settore del terrorismo. Come anticipato nella giornata di oggi dal quotidiano locale “La città”, infatti, è stata attivata una collaborazione tra l’ateneo di Fisciano e gli operatori della Dna (Direzione Nazionale Antimafia e Terrorismo), avente come obiettivo la ricerca di eventuali cellule terroristiche operanti sul web. Una bozza dell’attuale attività sinergica, in realtà, era già nata lo scorso luglio all’interno del Dipartimento multidisciplinare di Scienze aziendali ed in seguito alla progettazione, da parte di un team di giovani ricercatori e laureati coordinato dal professor Vincenzo Loia, del Wtd–Web Terrorism Detection platform, un software sperimentale che dovrebbe aiutare le operazioni di analisi e ricerca.

L’idea di fondo che muove l’intero progetto si basa sul fatto che il web si evolve in maniera fin troppo veloce e tramite la creazione di migliaia di siti che ogni giorno si sommano ad altrettanti già esistenti. In quest’ottica è molto difficile per chiunque tenere sotto controllo il “mondo online” che, proprio per questo motivo, diventa un mezzo che si presta molto bene a fini malevoli, quali l’organizzazione, la crescita e la propagazione di cellule terroristiche o di gruppi estremisti. A questo discorso va aggiunto anche il recente fenomeno dark web, ossia la parte più intrinseca del web stesso, caratterizzato dalla sua navigazione in anonimato che garantisce la perfetta protezione per soggetti attuatori di attività criminose.

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In tal senso, e per fronteggiare in maniera ottimale il problema, proprio il team di studiosi dell’Unisa è riuscito a creare uno strumento innovativo di ricerca e classificazione di materiale multimediale in grado anche di navigare autonomamente la rete, alla ricerca di contenuti che permettano l’identificazione di risorse di interesse per le forze dell’ordine, costrette fin ora a scorrere e analizzare manualmente molte pagine di risultati proposti.

“Nessuna potenza al mondo può affrontare questa sfida senza aggiungere all’esperienza e all’intuizione dei detective la potenza di calcolo dei computer”– ha spiegato il professor Loia- “tanto più se essi sono dotati di metodologie di ragionamento artificiale, che trasforma il computer in un valido alleato contro la lotta al terrorismo e alla delinquenza”.
Il prototipo realizzato per via universitaria, infatti, inserisce nei sistemi di sicurezza quella attività tipica del ragionamento umano. Esso risulta capace di apprendere e di essere addestrato come avviene per gli esperti umani, in modo tale da assimilare migliaia di dati in pochissimi minuti ed ottenendo da essi anche schemi di ragionamento come farebbe una normalissima persona.

Nel compiere il suo lavoro il software coinvolge l’essere umano solo nel momento in cui il sistema riconosce come significativo un tracciato degno di “allerta” e quindi, da sottoporre ad analisi. Il sistema impara e viene addestrato a classificare e comprendere i contenuti in maniera se pur astratta, ma sempre legata all’elaborazione del concetto, in antitesi col legame usato finora, unicamente destinato alle parole chiave che potessero essere ritenute “pericolose”.
In questo modo l’applicazione è in grado, con una velocità di oltre 10mila pagine l’ora analizzate,di rispondere all’esigenza dell’esperto, permettendogli di selezionare i contenuti più attinenti all’analisi effettuata e con tassi di affinità che sfiorano il  90%.

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