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Salernitana, Ventura parla della squadra: “I giocatori mi hanno dato il massimo”

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Salernitana, Ventura parla della squadra: “I giocatori mi hanno dato il massimo”
foto: sito ufficiale US Salernitana 1919 - Ianuale Photo

Il tecnico della Salernitana Gian Piero Ventura ha rilasciato alcune dichiarazioni sul lavoro della squadra e sui primi risultati ottenuti: “I giocatori mi hanno dato il massimo della disponibilità”

Il nuovo organico della Salernitana ha cominciato a dare i primi frutti, considerate le due vittorie conquistate con Pescara e Cosenza in campionato. Il tecnico di granata Gian Piero Ventura può ritenersi molto soddisfatto dei primi risultati, ma in una recente intervista rilasciata a “Il Mattino” ha inviato a non abbassare la guardia:

«Non darei tanta enfasi dei primi due risultati: le note positive sono altre. I risultati non arrivano certo per caso, ma abbiamo creato un grande gruppo. I giocatori mi hanno dato il massimo della disponibilità e questa è stata una piacevolissima sorpresa. Provo affetto nei confronti di questo gruppo, perché i miei ragazzi sono andati oltre da ogni punto di vista. Li vedo negli allenamenti: non ce la facevano, ma volevano continuare. Una cosa più unica che rara».

Un’occasione da sfruttare per lasciarsi alle spalle due anni non certo molto felici dal punto di vista dei risultati. Prima la mancata qualificazione al Mondiale di Russia, e poi la parentesi Chievo Verona, non hanno certo giovato al morale del tecnico della Salernitana. Ma adesso è arrivato il momento di ricominciare:

«Sono venuto senza nemmeno aver ben chiaro cosa ci fosse dall’anno scorso. Sono venuto con l’entusiasmo di un bambino. Merito di? Mezzaroma, il direttore Fabiani, ma soprattutto di Lotito, ovviamente. È un vecchio amico e mi ha chiamato chiedendomi una mano per ricostruire. A me i progetti, quelli belli, piacciono. E allora ho detto subito sì. Poi ero a casa da 6 mesi, il calcio è la mia vita e allora mi sono detto: Ma sì, vado in campo».

E sul jolly della Salernitana Alessio Cerci ha detto:

«Cerci? È un caso a parte. Era stanco di esperienze poco positive e voleva dimostrare di essere ancora un giocatore di calcio. Le sue motivazioni mi sono piaciute e l’ho ritrovato con estremo piacere. Sta lavorando tantissimo, forse come mai prima d’ora. Con la testa è già molto avanti. È uno swarovski: brilla se lo lucidi, se no si rompe»