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Senza fine, la storia continuA

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Senza fine, la storia continuA

One, two, three, four.

Sono qui, mi vedi? Ho la maglia di Bonazzoli, sto alzando la mano. Ho un cappellino, c’è il sole. Sono ancora le 18. Ma respirare l’aria dell’Arechi è un po’ come stare su un’isola per niente deserta. C’è il mare, lo vedi negli occhi di chi salta le onde. C’è quella brezza che anticipa il tramonto, alza le bandiere e pure tutti i cuori. I tornelli sono pieni, le transenne vibrano. Le mani si aggrappano, quasi a trattenere quell’ansia che si mischia all’infinito. Vada come vada oggi pesa un po’ di più. 7%, l’ho sempre pensato fosse un numero pazzesco, assurdo. Un numero impossibile.

Pierluigi in frequenza, il fascino del vedo non vedo, tanto se chiude gli occhi sa bene cosa c’è: tutte le partite sugli spalti della Curva Sud ma questa volta un sistema troppo veloce e la corsa al biglietto lo hanno tradito. Ci pensa la radio a raccontargli l’impresa della sua Salernitana. Chissà quanti hanno cominciato proprio da lì, da quelle frequenze che narravano le vicende dei granata. E così innamorarsi perdutamente di una maglia che non scansa fatiche è stato un gioco da bambini. Sono tanti, fermi. Con il fiato sospeso, con la storia da scrivere. Con le gambe che sanno tremare, sanno. E basta.

La Salernitana è della gente, tutta. Alcuni a casa, altri lontani per lavoro. Che in America non è ancora sera, ma il fuso orario è solo una stupida regola che non riuscirà a tenerli troppo distanti da quella Curva che non dimentica mai nessuno. Mandami un video, fammi vedere la coreografia, falli brevi ma non perdere nulla. E così c’è chi passa il tempo ad immortalare quella magia che manca e sa mancare. Ed è come essere lì, Alessio, dall’America a Salerno, vicini ancora. Quanto manca?
Che tanto siamo quelli mai stanchi di fantasticare.

In bagno c’è la fila per fare la pipì, ma tra poco comincia, fate in fretta. Maschi e femmine, file che si uniscono. Destini che si incrociano. Che le parole di Davide Nicola le hanno imparate a memoria, quelle visioni potenti di amore che arrivano a ricordarti che la vita non è mai come appare, che la strada è lunga, che i sogni a volte fanno male. Ma con la passione puoi costruire ogni cosa, a piedi nudi in un campo che non è un giardino, ma quanti fiori. E puoi difenderle le cose che vuoi, quelle che senti, perché sono te. Sanno chi sei. Cosa fai. Semplice. Ad attraversare bufere, senza l’ombrello, testa e sudore. E il mister corre, il suo caschetto biondo salta, non basta un linea a tenerlo lontano dai suoi ragazzi. Che la verità apre tutte le porte, gonfia ogni emozione. Shakera, meglio del cocktail più buono che abbia mai assaggiato.

Quanto ha urlato contro il cielo questa gente, comincia. Formazioni, un film, passano tra le mani pezzi di carta. Un mosaico di ricordi, dall’inizio alla fine. Passano le immagini, sono storie. Fischio d’inizio. Comincia. L’ansia è adrenalina che non passa, ricordati di me.

Subito, troppo presto. Ma che mica è finita qua. Salerno canta più forte, vorrebbe spingerlo con la voce quel pallone. Non si ferma, non si spegne. Le scarpe tradiscono Verdi, sostituirle velocemente per poi correre dietro a quel pallone. L’ardore allontana Avallone. Il suo fervore è storia, dedizione. Tutti urlano, le luci diventano più forti. Ti senti quasi uno scemo, non è il coro delle grandi occasioni.
Due. C’è fumo ovunque. Un incubo, tre. Quattro. Non si contano più le lacrime. Le proteste, la rabbia. Fino alla fine, ma non meritiamo questa fine. Whatsapp down, internet non favorisce la causa. C’è ancora il Venezia, luce in fondo al tunnel. Qualcuno urla, ma no. False illusioni. Per la Salernitana sono otto i minuti di recupero, a loro ne restano solo sei. Mariagrazia chiama la nonna, toccherà a lei cambiare canale. Guarda che succede di là, dipende solo da loro. Una scarica. La gente della Salernitana si stringe più forte, un abbraccio grande quando una Città che non vuole smettere di crederci. Quanto è bella Salerno, quanto è bella questa musica che suona forte. I colori, il campo si riempie. Freed from desire. È finita, dice così. Lo senti il profumo del pesce? Un presidente, c’è solo un presidente. Una telecronaca infinita, per chi c’è e chi vorrebbe essere qui. Per chi è andato via, poi è tornato. Per chi aspetta, chi ha fame di libertà. Per chi crede che c’è ancora da sentire, vedere, urlare. Toccare. Per chi ama, e sa farlo come si deve. Per chi ha sbagliato, ma prova a recuperare. E sa che prima o poi ci riuscirà. Per chi consuma le suole, che andare dove ti porta il cuore è l’unica direzione che sa.

Nonna Rosa non ha sbagliato. L’ha detto anche Uccio, è vero. Proprio così. La Salernitana resta in serie A. Un sogno. Un segno. C’era una volta a Salerno, dove la storia continua. Non si ferma mai. C’è ancora una volta Salerno. E allora tienimi stanotte, e ogni notte. Tienitela stretta questa notte. Pure la paura, la sofferenza, senza non vivi.

One, two, three, four. Canta. Oltre la fine. Ancora, ancora di più. Tutti insieme, è tutto vero. Abbiamo vinto.