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Salernitana – Pescara, l’analisi tattica della gara

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Salernitana – Pescara, l’analisi tattica della gara

Menichini per Salernitana – Pescara conferma per 8/11 l’ultima formazione messa in campo da Torrente prima dell’addio e si affida al 4-3-3, già sperimentato in Lega Pro

[ads1]Tre novità nell’undici iniziale della Salernitana: Pestrin in cabina di regia al posto di Ronaldo, Donnarumma a rilevare lo squalificato – aggiungerei per fortuna – Gabionetta e infine Odjer mezz’ala destra a sostituire Moro. Nell’attesa di vedere i frutti del lavoro di Menichini, da un punto di vista strettamente mentale, si sono intravisti già i primi cambi di direzione tattici con un gioco apparentemente più fluido e una migliore attività nella fase di ripartenza, di contropiede dunque, considerata anche la forza tecnica dell’avversario dalla trequarti campo in su.

La Salernitana ha saputo incassare in modo discreto i continui colpi frontali dei nuovi acquisti della Juventus, Caprari e Lapadula, quest’ultimo capocannoniere della Serie B e migliore in campo insieme a Donnarumma; una stagione fa questi due goleador formavano la coppia d’attacco del Teramo che stravinse il campionato di Lega Pro.

Superfluo dire che Donnarumma, 6 goal ufficiali in 14 partite, poche delle quali giocate da titolare, ha dimostrato di saper giocare a tutto campo, di essere letale in zona goal, di saper dialogare con il compagno di reparto Coda e anche una gradevolissima duttilità proprio per il fatto di essere stato impiegato quasi sempre sull’esterno a sinistra nel 4-3-3, sebbene sia un attaccante d’area di rigore a tutti gli effetti.

Nello scacchiere tattico di Menichini, diventerà un punto fisso e un fattore importante per raggiungere l’obiettivo. Problematica, invece, resta la collocazione in campo di Zito: apparso in netta difficoltà anche nella gara di ieri  -pensando un attimo di non voler puntar il dito sulla sciocchezza che ha pagato con il rosso diretto – è opportuno ribadire che non può assolutamente giocare come mezz’ala in un centrocampo a tre a causa della sua scarsissima condizione fisica che non gli permette di recuperare un sufficiente numero di palloni, di riavviare rapidamente la manovra, di innescare con immediatezza gli esterni alti: meccanismi che invece dovrebbero essere affidati a piedi, magari anche meno raffinati, ma con più qualità d’interdizione come ad esempio quelli di Moro e/o Bovo. In questo senso, ci si augura che il mister pisano non riproponga altre idee scriteriate, intese come senza criterio di giudizio, del suo predecessore Torrente.

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Menzione speciale per Terracciano, aspramente criticato durante l’inizio della regular season, che sta riprendendosi le sue rivincite grazie ad un considerevole numero di salvataggi e di parate plastiche. Da rivedere la rimessa in gioco, bisognerebbe lavorare su una maggior velocità nella ribattuta – che invece Strakosha ha ben incorporato avendo avuto dei maestri come Marchetti e Berisha.

Grandissima prova di colui che a 38 anni si riprende la fascia di capitano della Salernitana, dispensa lanci a destra e a manca e fa mantenere quanto più alta possibile la squadra – in particolare nella fase dell’assedio subito – che coincide con l’inizio del secondo tempo fino al 70esimo circa: Manolo Pestrin, jolly recuperato all’interno del mazzo di carte al cui interno vi sono regine, re e prime donne ma pochi lottatori affezionati alla casacca.

Disastroso Franco, che fa il paio con Zito, pessima la sua prova. Autogoal per lui, suo l’errore anche sul primo goal, lentissimo a recuperare la posizione nella fase difensiva, anemico in quella offensiva. Si riconfermano gli errori e le ingenuità a cui abbiamo assistito durante la gara contro lo Spezia per questi due giocatori. Meglio tenerli a riposo per un po’, meglio farli rifiatare magari con la compagnia di Gabionetta.

Di altissimo profilo la gara della coppia difensiva centrale, nonostante l’eccessivo agonismo nel finale di Empereur, che riesce a contenere le sgroppate dei due futuri juventini e del folletto Verde. 

Se Menichini volesse proseguire con il 4-3-3, in molti rischierebbero il posto nella Salernitana: Franco e Zito su tuttipiù adatti al 3-5-2, Ronaldo, troppo regista e funambolo per i gusti del trainer e Oikonomidis, poco incline alla fase difensiva e di ruolo trequartista puro.

Adesso non ci resta che attendere la prossima sfida per capire se la Salernitana avrà già modo di ingranare la quarta. La testa dei granata è già a Terni.

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