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La storia della medicina mondiale fra le mani dei cardiochirurghi del Ruggi

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La storia della medicina mondiale fra le mani dei cardiochirurghi del Ruggi

Una protesi cardiaca impiantata da Christiaan Barbard rimossa dai cardiochirughi del Ruggi dopo 50 anni: la commozione dell’equipe

Un importantissimo pezzo di storia della medicina mondiale è passato per le mani dei cardiochirurghi dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno: una protesi cardiaca impiantata da Christiaan Barbard.

Un intervento che sembrava normalissimo, quello eseguito la scorsa settimana dall’equipe del dottor Severino Iesu, che, però, con i suoi colleghi, i cardiochirurghi Cantatore e Mastrogiovanni e gli anestesisti Fiore e Frunzo, non ha potuto fare a meno dal provare una certa emozione. Aveva solo 5 anni, infatti, la signora che ora, a sessant’anni, era stesa sul tavolo operatorio, quando scoprì di avere un serio problema alla valvola mitrale. All’epoca non era come oggi, non c’era un ospedale a cui affidarsi per ricevere l’intervento salvavita. I genitori si informarono e, dopo un’attesa di cinque anni, arrivarono a chiedere al fratello, un venticinquenne, di prendersi cura di lei e, fatti salire su un aereo, li fecero andare all’altro capo del mondo, in un posto sconosciuto ai più e dove non comprendevano nemmeno una parola. La piccola con se aveva solo il fascicolo medico e l’amore del fratello. E così, lontana da casa, la bimba che ormai aveva compiuto 10 anni, fu sottoposta ad un intervento al cuore che, all’epoca, aveva una mortalità non trascurabile. E’ rimasta per 4 mesi nel centro Groote-Schuur di Città del Capo, seguita con cura e amore non solo dal fratello, ma anche dal cardiochirurgo che aveva eseguito l’intervento, Christiaan Barnard, che solo 2 anni prima aveva effettuato il primo trapianto di cuore della storia dell’umanità!

Sapendo tutto questo, non potevano gli specialisti del cuore del “Ruggi” rimanere impassibili, sia per la straordinaria durata della valvola (non si ha documentazione di altra valvola durata cinquant’anni), sia per aver potuto mettere mano lì, dove prima, aveva operato colui che ha segnato pagine fondamentali del progresso scientifico.

Questa emozione l’anestesista presente, il dottor Francesco Frunzo, ha voluto condividerla a mezzo social con alcuni colleghi che hanno commentato entusiasti ringraziandolo per aver permesso anche a loro di vivere un’emozione unica.