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Quando il primo ministro Renzi parla inglese…

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Quando il primo ministro Renzi parla inglese…

La performance inglese di Matteo Renzi è ormai diventata virale

0Da qualche giorno, è balzato all’attenzione degli internauti un video in cui Matteo Renzi (primo ministro italiano, ormai uno dei tanti non eletti dal popolo) si esprime in un quantomeno discutibile inglese durante un incontro.

Mosso da necessità pratiche di comunicare nella suddetta lingua, mentre molte persone si chiedevano perché non avvalersi dell’aiuto di un interprete, il nostro giovane primo ministro si è lasciato andare ad una varietà impressionante di neologismi, invenzioni, strafalcioni e pronunce stravolte.

Ovviamente, tutto ciò non è passato inosservato, e qualcuno ha ben pensato di condividere un video, sottotitolandolo la spettacolare disquisizione di Renzi, intitolandolo “Renzi and The Supercazzol Prematurated with Dehating to the Right” in onore di Mario Monicelli e la sua ormai passata alla storia supercazzola, risalente al film “Amici miei”.

Quello che ne è uscito probabilmente farebbe rabbrividire persino John Peter Sloan in persona: tra uno “SHISH” e un “LAISENS“, una mitragliata di “D – D – D – D – D” e un “come spesso accade in questi momenti” (unica frase corretta insieme a “comesidicebrevetto“), alla fine il discorso ha lasciato posto ad un applauso imbarazzato dopo un “dis is de tàim of làunch”.

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Spettacolare sarebbe un eufemismo per descrivere l’epicità della combo “bicòss d aidia uidàut market in d commerciala ehhh feel mmmh mmmh mistraccio d d d d d d deh rasalta not gud”, forse paragonabile soltanto a “uno piacere ha il grande piacere ospite di avere ospite” dell’ormai pluriacclamato Luca Giurato, partorita in trasmissione tra l’incredulità degli spettatori, della quale esistono diverse testimonianze su youtube: anche questa, infatti, tradotta (ed interpretata) in inglese e poi in italiano, sembrerebbe non avere un minimo senso neanche lontanamente: “because the idea without market in the commercial feel (?) mistructured (??) the result (???) not good”, ovverosia “perché l’idea senza commercio nel commerciale senti mal strutturata il risultato non buono”.

Ammirevole l’inventiva dell’ormai famoso Christian Ice, che con un colpo di genio così come descritto dal già nominato Monicelli (fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione) ha ben pensato di riadattare il discorso sulla base della nota canzone dei Trashmen, “Surfin’ Bird”, ottenendo un video a dir poco esilarante balzato agli onori dell’Internet come “Shish is the word“.

Sembra doveroso, a questo punto, concludere con una frase emblematica che racchiude, purtroppo, il pensiero ultimo della vicenda: “ai posteri l’ardua sentenza” (ed entrambi i video, per dovere di cronaca). Sperando che all’estero si dimentichino presto dell’accaduto.