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Regionali: De Mita e la vacazione locale

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Regionali: De Mita e la vacazione locale

I dati emersi da queste ultime Regionali acclarano la mancanza di una coscienza politica e civica al voto come mal costume italiano. Ma su tutto una cosa rimane invariata: nel “suo feudo” De Mita ha ottenuto ciò che chiedeva

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Ciriaco De Mita, ex Presidente del Consiglio, ex Presidente della DC, ex Deputato e attuale sindaco di Nusco, uno dei suoi feudi scudocrociati in provincia di Avellino, per queste Regionali aveva messo in atto una nuova strategia, l’ennesima in barba ad ogni ideologia o idea di politica.

Una carriera lungimirante, che se ora affonda le radici nel più mero dei giochi da politicanti, ha alimentato nei decenni una fortezza sancita oggi da una democrazia cristiana 2.0, anche se decisamente meno massonica.

Ma Ciriaco De Mita è un vincitore tra i vinti: i vinti di un sistema di cui l’ex Presidente è stato fautore, i vinti di un’epoca in cui non si ha più nulla da promettere, perché tutto è stato già promesso e consumato con deficit da quei “padri” della denuncia pasoliniana.

E poco importa se lo stesso De Mita, noto per la sua tenace memoria ed un ostinato senso di rivalsa, è riuscito a rinnegare Pasolini, che aveva conosciuto in occasione del Laceno D’Oro nel 1959. Infatti, alla domanda di un giornalista di LA7 sulla crisi causata da una certa classe politica, nel maggio 2014 rispondeva: “Questa è l’ultima invenzione dei giovani irresponsabili” (con altrettanto nota cadenza).

De Luca e De Mita: la nuova alleanza al centro del niente
De Luca e De Mita: la nuova alleanza al centro del niente

Ritornando alle Regionali 2015, De Mita sosteneva il candidato UDC, Maurizio Petracca, quello dello scandalo dei 40 mila euro a consulenza per una villa e una piazza da rifare secondo i dettami di un presupposto “gusto” e stile demitiano, quale garante di comuni che dichiarano però di non avere fondi per i servizi primari.

Il sostegno al candidato Petracca (a Nusco 29,55 % dei voti), schierato a sostegno di Vincenzo De Luca (a Nusco con 66,30% dei voti), ha scisso il pregresso rapporto e incondizionato appoggio del democratico cristiano a Caldoro (a Nusco con 17,46 % dei voti).

E la vittoria è stata preponderantemente annunciata: il neogovernatore della Campania De Luca è stato, ai fatti, eletto con l’astensionismo di molti, con il plebiscito salernitano e con i voti della destra che è passata ad una congetturata sinistra.

Ma su tutto vige la machiavellica costanza di De Mita nei decenni: sempre pronto all’assalto del carro del vincitore. Certo, come la storia ci insegna, l’intramontabile e trasformista De Mita, dal 2008 ufficialmente UDC, ufficiosamente ha mantenuto rapporti e teso più volte la mano al PD, assegnando i “suoi” voti a seconda dell’interesse.

Oggi De Luca e De Mita rappresentano la nuova alleanza al centro del niente. Ed oltre ogni evidenza, una cosa è ormai ovvia a tutti, anche ai meno avvezzi al far politica: De Mita è onnipresente.

In Campania – sintomo di un malcostume italiano – l’imperante vacazione istituzionale e socio-politica, per colpa di tutti i suoi politicanti, ha visto una campagna elettorale assente dalla pubblica piazza, luogo d’incontro di comunità inesistenti, ma piuttosto reiteratasi in riunioni carbonare, per consolidare le roccaforti elettive e per sancire accordi dell’ultimo minuto.

Ma il dato più allarmante emerge dalla grossa fetta di elettori provinciali e regionali, che si contraddistingue per coerenza, visto che da 40 anni continua a votare, anche quando camuffato dal presenzialismo di altri nomi, il suo “feudatario”.

In tutta questa bolgia elettiva, nulla ha potuto il NoTriv Roberto De Filippis, noto a tutti come Buglione. Le sue ideologie si sono infrante contro l’utopia di poter sfondare un muro di indifferenza e di chiusura. Buglione è uno dei pochi che ha diffuso il verbo del NoTriv fin dagli esordi, forse uno dei pochi che ha interesse a non far morire quel poco che è rimasto.

Roberto Buglione De Filippis
Roberto Buglione De Filippis

Un ragazzo presentatosi a queste elezioni come nella vita quotidiana, con i suoi dread, la barba e la T-shirt, cercando di coinvolgere gli irpini, di spronarli al cambiamento, quel cambiamento che di certo lo stesso Roberto non si aspettava da Nusco, dove non ha tenuto comizi.

Forse, per Buglione e per alcuni campani, di qualsiasi ideologia (salda e radicata, ma mai fede assoluta e indiscussa) politica e/o sociale, resta solo l’amarezza di quell’hashtag #insiemetuttopossiamo: peccato che quell’insieme, aggregato fisico di gente e non di un autonomo pensiero, continui a non capire o finga di non farlo.

Intanto, l’aura della Democrazia Cristiana continua ad aleggiare sulle nostre teste e sul “bene comune”.

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Classe 1986, specializzata con lode in Storia dell'Arte Contemporanea [cattedra di Carla Subrizi, La Sapienza] con la tesi “Trouble Every Day: Tous Cannibales, la voracità da tabù ad arte, dall’arte alla società”. Da sempre interessata all’arte come alla scrittura, e alla comunicazione in genere, scrive di cultura, politica e attualità. Storica dell’Arte, esperta SEO e freelancer per vocazione, attualmente collabora anche con Artribune e Tiragraffi Magazine. Da marzo 2013 cura un personale blog sull’arte: ArtFriche Zone. “Soltanto quando il senso di associazione nella società non è più abbastanza forte da dare vita a concrete realtà, la stampa è in grado di creare quell’astrazione, il pubblico” (Dwight MacDonald).