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Rapporto Dia: Campania leader nella gestione illegale di slot machine, videopoker e gioco online

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Rapporto Dia: Campania leader nella gestione illegale di slot machine, videopoker e gioco online

Rapporto Dia – Campania: non solo traffico di rifiuti e infiltrazioni mafiose. Il gioco d’azzardo illegale la new economy della malavita organizzata campana

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Rapporto DiaUsura, estorsione, contrabbando di tabacchi, traffico di rifiuti, contraffazione, azzardo illegale e infiltrazioni politiche nella gestione della filiera agroalimentare e ristorative. Sono queste le attività illecite più diffuse in Campania secondo quanto emerge dal Rapporto sulle Mafie reso pubblico dalla Direzione Investigativa Antimafia (Dia) all’inizio del mese di ottobre.

Da sempre la camorra e tutte le holding della malavita organizzata focalizzano la loro attenzione su attività illegali, ma la crisi  economica che ha attanagliato la classe media e le PMI del nostro Paese ha costretto i clan ad allargare il loro campo d’azione. Tra le nuove frontiere della new economy più invitanti per i finanzieri della camorra spicca l’industria del gioco d’azzardo, una miniera d’oro come confermano alcuni dati pubblicati su Giochidislots.

rapporto dia

Il fatturato generato dall’Italia nel gioco d’azzardo supera abbondantemente, da anni, gli 80 miliardi di euro, un dato esorbitante in quanto rappresenta quasi il 4% del Prodotto Interno Lordo (PIL) italiano. La Campania è una delle regioni chiave nello scacchiere italiano, in quanto insieme a Lombardia e Lazio, rappresenta il 40% del mercato.

Al boom del gambling negli ultimi quattro anni è corrisposta una progressiva infiltrazione dei clan campani nella filiera del settore, soprattutto nella gestione di sale da gioco, nella distribuzione territoriale di slot machine, vlt e videopoker e, persino, nella diffusione via internet di portali dedicati al gambling con server in paradisi fiscali, i famigerati ‘Totem’.

Il gioco d’azzardo illegale consente ai clan di riciclare una buona fetta del denaro sporco, che viene allo stesso tempo reinvestito in un’attività che permette introiti facili e controlli meno oculati ad opera della DIA.

Proprio lo scorso mese di marzo, la Guardia di Finanza di Salerno (in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia) ha eseguito 18 ordinanze di custodia cautelare (8 in carcere e 10 agli arresti domiciliari), disposte dal Gip del Tribunale di Salerno, nei confronti di un’organizzazione criminale con sede operativa nell’Agro nocerino-sarnese e con diramazioni in Calabria e Basilicata. L’operazione “Jamm Jamm” è una delle prove inconfutabili di come l’industria dell’azzardo faccia gola alle mafie, in quanto i personaggi coinvolti nell’inchiesta gestivano e amministravano piattaforme illegali di siti esteri attive in Italia. Questi siti di giochi online, privi delle regolari licenze rilasciate e concesse dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS), erano progettati ad arte in modo da rendere praticamente nulle le probabilità di vittoria dei giocatori.

La holdiing usufruiva anche della collaborazione di numerosi gestori di sale da gioco ed esercenti commerciali, che rendevano il gioco illegale fruibile tramite computer direttamente dai loro locali. L’attività investigativa della Dia ha portato anche al sequestro di 23 attività commerciali e l’oscuramente di 11 siti online illegali.

Il governo Renzi, sostenuto dalle associazioni di settore, sta portando avanti lungo questo versante scosceso, una dura battaglia contro l’espandersi del gioco d’azzardo illegale. Uno degli interventi principali, incluso nell’ultima legge di Stabilità, prevede la possibilità di una sanatoria per tutti gli operatori terrestri e digitali esterni al circuito AAMS. Tale legge contenuta nel decreto Giochi rappresenta un chiaro tentativo delle istituzioni di contrapporsi all’universo illegale parallelo, che accumula introiti e ricicla denaro attraverso le piattaforme del circuito .com.

La Legge di Stabilità prevede entro la fine dell’anno, in sede di Conferenza unificata Stato, Regioni ed enti locali, che siano definite le caratteristiche dei punti vendita dove si raccoglie gioco pubblico, nonché i criteri per la loro distribuzione e concentrazione territoriale. Questo provvedimento potrebbe essere utile per ridurre il campo d’azione dei clan, ma fino a quando il settore godrà di ottima salute la malavita organizzata farà di tutto per trasformarlo in un’attività commerciale utile al Pil delle mafie, soprattutto in Campania.

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