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Peppe Barra e La Cantata dei Pastori

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Peppe Barra e La Cantata dei Pastori

Dal 7 al 10 gennaio, il maestro Peppe Barra propone lo spettacolo teatrale “La Cantata dei Pastori”, presso il Teatro Verdi di Salerno

[ads1]  Peppe Barra, il maestro del teatro napoletano, fa tappa a Salerno, al Teatro Verdi, per portare in scena La Cantata dei Pastori, giunta quest’anno alla quindicesima replica. La Cantata dei Pastori è uno spettacolo teatrale andato in scena in gran parte d’Europa, Svizzera, Francia, Inghilterra, Spagna, Portogallo, e ha fatto registrare sempre sold out, il tutto esaurito.

È la rappresentazione del presepe in movimento, del viaggio intrapreso da Maria e Giuseppe per giungere a Betlemme, attraverso il quale si avvicenderanno le insidie dei Diavoli e le lotte degli Angeli, passando per i personaggi tipici del presepio quali pastori, cacciatori e pescatori.

La Cantata dei Pastori nasce per distogliere il popolo napoletano dagli spettacoli scurrili, blasfemi, erotici. Con il passare del tempo però, la popolazione si “appropria” della Cantata a tal punto che la stessa viene riscritta.

Peppe Barra
Peppe Barra

Figlia del ‘600, secolo del Barocco, e della produzione teatrale scritta da intellettuali ecclesiastici, diretta alle persone colte, inizialmente, La Cantata dei Pastori introduce il personaggio di Razzullo, definito dal maestro Peppe Barra come un Pulcinella ripulito, il quale parla il linguaggio del popolo. Alla fine del ‘700 vi è un altro personaggio preferito dagli spettatori: Sarchiapone (interpretato in passato da Concetta Barra). Questi è un assassino in fuga e viene introdotto e affiancato a Razzullo (inscenato non più con l’abito ecclesiastico ma settecentesco). Passato un altro secolo, 1889 circa, la rappresentazione venne sospesa.

Originariamente la Cantata era intitolata “Il Vero Lume tra le Ombre” ovvero “La Spelonca Arricchita per la Nascita del Verbo Umanato” aveva una durata di circa sei ore, come detto nei secoli la versione è cambiata diverse volte. Il maestro Peppe Barra che ne cura la regia, porta in scena, con il Consorzio Campano Teatro e Musica, una rappresentazione di circa due ore e mezzo (pausa compresa).

Il linguaggio rappresentato è un idioma antico, il napoletano di un tempo. Ai timorosi preoccupati di non poter capire la Cantata il maestro Barra risponde che «la lingua è armonica, non ha bisogno di essere conosciuta» a testimoniarlo è anche il grande successo avuto dalla tournèe europea, «è il trionfo di immagini naif dal linguaggio universale».

In conclusione, in questo periodo in cui il presepe è strumentalizzato da una certa politica, per Peppe Barra è impensabile privare la popolazione del presepe, non tanto da un punto di vista religioso, ma per una questione culturale e di tradizione.

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