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Pensioni a rischio per gli anziani salernitani

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Pensioni a rischio per gli anziani salernitani

L’ira della Fnp Cisl provinciale: “Gli enti che governano il territorio facciano pagare le tasse a chi non le ha mai pagate”

In provincia di Salerno più del 70% dei pensionati riceve pensioni che vanno dai duecentocinquanta ai mille euro, facendosi carico spesso di figli e nipoti. “Bisogna riaprire la partita della previdenza – ha detto Giovanni Dell’Isola, segretario generale della Fnp Cisl Salerno – cancellando il blocco della rivalutazione delle pensioni, e intervenire con urgenza a sostegno dei redditi dei pensionati, a partire da quelli medio-bassi. Il fisco è la prima battaglia che dovremo portare avanti, per aiutare le migliaia di pensionati che non riescono più ad arrivare alla fine del mese”.

“Non è vero che le risorse economiche non ci sono – ha poi aggiunto – . Sono nelle tasche di chi le tasse non le ha mai pagate. La politica fiscale di questo paese deve cambiare, redistribuendo risorse a favore dei pensionati e dei lavoratori”. “Il futuro non si taglia”, ha affermato Dell’Isola, che ora ha l’obiettivo di sollecitare i Comuni del territorio, l’Ente Provincia e tutte altre le forze politiche salernitane ad intervenire con urgenza per sostenere il potere d’acquisto delle pensioni, per una nuova politica fiscale e per un welfare pubblico che sia in grado di rispondere alle esigenze degli anziani, con una particolare attenzione verso quelli non autosufficienti.

Altro nodo critico resta la questione sanità. “Basta tagli alla salute. Serve un finanziamento sicuro per la sanità, lotta agli sprechi, qualità delle cure e dell’assistenza. Come Fnp Cisl Salerno non siamo contrari alla “spending review”, ma contestiamo i tagli alla sanità pubblica. “Bisogna selezionare alcune priorità indispensabili per riqualificare i servizi e la spesa sanitaria ed evitare ancora ticket e sostenere in modo mirato i processi di riorganizzazione – assistenza distrettuale e cure primarie – ha detto Dell’Isola – tutti i giorni 24 ore su 24, integrazione socio-sanitaria, non autosufficienza come alternative forti e visibili al solo ricovero ospedaliero e per ridurre i gravi disagi nei servizi di pronto soccorso spesso sovraffollati.

E’ necessario tutelare la salute e le cure per tutti i cittadini senza distinzioni, tramite il servizio sanitario pubblico e universale”.