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Pellezzano, dipendente de “La Quiete” si cosparge di benzina

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Pellezzano, dipendente de “La Quiete” si cosparge di benzina

Clamorosa protesta degli operatori della casa di cura “La Quiete”, un dipendente si è cosparso di benzina e ha minacciato di darsi fuoco

benzinaDramma sfiorato nella giornata di ieri nel Centro La Quiete di Capezzano nel Comune di Pellezzano. Cinque mesi senza stipendio hanno spinto gli operatori ad una protesta clamorosa con tanto di taniche di benzina e minacce concrete di suicidio.

Un dipendente, in particolare, si è letteralmente cosparso del liquido infiammabile e solo l’intervento dei presenti ha evitato che la situazione degenerasse in tragedia. La manifestazione è durata tutta la mattinata fino a pomeriggio inoltrato ed ha visto numerosi operatori della struttura chiedere in maniera anche molto concitata l’intervento delle istituzioni.

Nella mattinata di oggi, alle undici, i rappresentanti dei lavoratori incontreranno il sindaco di Pellezzano Giuseppe Pisapia per fare il punto della questione e tentare di far fronte, per quanto possibile, alla questione. Un tavolo di fondamentale importanza per i dipendenti che chiedono con forza soluzioni concrete per una situazione che si fa giorno dopo giorno più grave.

[ads2] Una problematica che si ripete quella degli stipendi non pagati ai dipendenti della casa di cura, da sempre nell’occhio del ciclone. Appena 3 anni fa, nell’ottobre del 2011, gli operatori furono protagonisti di un’altra clamorosa protesta bloccando completamente la strada adiacente alla struttura e rovesciando alcuni cassonetti della spazzatura con lo scopo dichiarato di far sentire alle istituzioni la loro disperata richiesta di aiuto dopo oltre sei mesi di stipendi non corrisposti.

Sono in tutto circa ottanta i lavoratori della casa di cura di Capezzano; da sempre riconosciuta come una struttura di tutto rispetto con un’ottima organizzazione medica. I lavoratori, infatti, hanno spesso garantito le prestazioni sanitarie ai degenti anche senza stipendio. Ora però la situazione, complice anche la crisi economica, sembra arrivata arrivata al punto di non ritorno; molte le persone letteralmente sul lastrico e costrette a continui prestiti per portare avanti le famiglie. Spetta adesso alle istituzioni ed al direttore Calabrese dare risposte concrete onde evitare che una condizione già difficile possa trasformarsi in una vera e propria tragedia.