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Paolo Morese, il linguaggio del corpo nella figura della donna

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Paolo Morese, il linguaggio del corpo nella figura della donna

Paolo Morese, pittore, attore e musicista salernitano, e  giovane artista a tutto tondo, ci racconta il suo punto di vista sul soggetto che più ama rappresentare: la figura della donna.

Zerottonove.it lo ha incontrato ad una sua esposizione tenutasi il 27  febbraio presso il bar Hollywood a Mercato San Severino.

Come mai hai scelto il tema della figura femminile per allestire questa mostra?

Il tema della donna è decisamente affascinante perché è, allo stesso tempo, un argomento antico e attuale. La figura femminile rappresenta un tema molto comunicativo. Nelle figure che ho rappresentato emergono i linguaggi del corpo: sensualità, dolcezza, tristezza, maternità, bellezza, prosperità, trasgressività e tanti altri caratteri nascosti.

Il linguaggio della figura femminile è tra i temi più espressivi nel mondo dell’arte: basti pensare che La Gioconda di Leonardo da Vinci è una delle opere artistiche più celebri.

I ritratti femminili ci danno la possibilità di scoprire elementi che vanno al di là della semplice corporeità perché, oltre al corpo, è possibile intravedere l’anima di queste figure. Il corpo e il viso celano il linguaggio dell’anima.

Oltre al tema femminile ci sono altri soggetti su cui ti concentri?

Certamente. Nelle mie opere dipingo anche paesaggi nei quali, generalmente, spicca un forte senso di solitudine e malinconia.

C’è una giusta valorizzazione degli artisti nel panorama salernitano e della Valle dell’Irno?

Per quanto riguarda il mio territorio, Mercato San Severino, era stata avanzata la possibilità di allestire una pinacoteca per poter dare spazio ai lavori degli artisti della zona. L’amministrazione, però, non ha appoggiato questo progetto. Ritengo, perciò, che l’amministrazione del mio comune d’appartenenza sia poco sensibile nel promuovere l’arte e la cultura.

Ti senti di rivolgere un appello alle varie amministrazioni che danno poco spazio all’estro di voi artisti?

Sì. In una nazione dove l’arte e la cultura dovrebbero fare da padrone indiscusse ci troviamo di fronte ad una situazione inaccettabile. L’Italia, nel corso dei secoli, ha dato i natali ad artisti di un incommensurabile spessore e, tuttora, ci sono personaggi che hanno delle notevolissime doti. Al momento, purtroppo, vedo pochi spiragli verso una più profonda ed accurata valorizzazione dell’arte in Italia.

A quale personaggio artistico ti ispiri maggiormente?

Mi ispiro ad Amedeo Modigliani perché ritengo che sia un artista estremamente singolare. Anche lui ha posto al centro della sua vita artistica la figura umana ed in particolare quella della donna. Egli, del resto, considerava la rappresentazione dell’universo femminile come una notevole occasione di comunicabilità ed io sono pienamente d’accordo.

Ti occupi anche di musica e teatro. Potresti parlarci di queste altre due esperienze?

Per quanto riguarda l’esperienza teatrale ho cominciato a muovere i primi passi al Teatro Nuovo di Salerno con Pasquale De Cristofaro appassionandomi sempre di più a questa meravigliosa forma artistica. Attualmente sto collaborando con l’associazione culturale  sanseverinese La Magnifica Gente do’ Sud che promuove numerose attività teatrali.  Un’altra grande passione è la musica, mi sono diplomato in pianoforte presso il Conservatorio G. Martucci di Salerno ed attualmente sono membro di due gruppi musicali: i Dixie & Co (che ripropongono il genere Dixieland) e i Depilé (che hanno uno stile incentrato sul Klezmer balcanico).

Ci sono altre iniziative in programma?

L’otto marzo, in occasione della giornata internazionale della donna, ci sarà una mia esposizione presso il Metro quadro cafè di Roccapiemonte.

Di seguito sono riportate le opere dell’esposizione di Paolo Morese tenutasi il 27 febbraio al bar Hollywood di Mercato San Severino.