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“Panthakù. Educare dappertutto”, quattro scuole unite per migliorare le relazioni in classe

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“Panthakù. Educare dappertutto”, quattro scuole unite per migliorare le relazioni in classe

Un Nuovo Anno Di Peer To Peer Con Panthaku’: Quattro Scuole Unite Per Il Benessere Delle Relazioni In Classe

 

Al via un nuovo anno di “peer to peer” con “Panthakù. Educare dappertutto”, il progetto selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Capofila è Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini e 24 sono le realtà pubbliche e private partner di un progetto selezionato insieme ad altri 85 tra gli oltre 800 presentati sul Bando Adolescenza in tutta Italia.

Saranno coinvolte, anche per il 2019-2020, le scuole secondarie Calcedonia e Montalcini di Salerno, Principe di Piemonte di Santa Maria Capua Vetere e Denza di Castellammare di Stabia.

Che cos’è il “peer to peer”? Nelle telecomunicazioni indica un modello di architettura logica di rete informatica in cui i nodi non sono gerarchizzati unicamente sotto forma di server fissi, ma anche sotto forma di nodi paritari. Analogamente, nella peer education, o educazione tra pari, un educatore intraprende attività formative con altre persone sue pari, con l’obiettivo di un insegnamento reciproco.

Nel caso specifico di Panthakù, la metodologia è stata finalizzata il primo anno (2018-2019) a formare i futuri peer educator su concetti quali amicizia, inclusione, problem solving, solidarietà tra pari e contrasto ai fenomeni di bullismo.

L’attività di formazione nasce infatti avendo come riferimento il BIC (Bullying in Institutional Care), programma educativo specificamente ideato per i luoghi dell’accoglienza residenziale e sperimentato per due anni (2016-2018) da Ai.Bi. Amici dei Bambini grazie al co-finanziamento della Commissione Europea, con il coinvolgimento di dieci partners provenienti Paesi europei (Italia, Francia, Grecia, Bulgaria e Romania).

L’obiettivo generale dell’attività pensata per “Panthakù. Educare dappertutto”, riprendendo la metodologia del progetto Europeo, è rendere gli ambienti per gli alunni un luogo sicuro, promuovendo relazioni sociali positive tra i ragazzi e migliorando la qualità della loro vita negli ambienti scolastici, auspicando così, parallelamente, di migliorare e facilitare l’apprendimento didattico.

Per ogni scuola coinvolta, tutti gli alunni di una classe prima sono stati formati come peer educator. La formazione iniziale ha previsto 5 workshop (di 2 ore ciascuno) da marzo a giugno condotti da operatori di Ai.Bi. L’obiettivo generale dei workshop è stato quello di incoraggiare i ragazzi a sentirsi responsabili e aiutare i loro coetanei, ad aprirsi ai loro genitori e al corpo docente di fronte a problematiche e difficoltà e ad incoraggiare lo scambio comunicativo tra pari. I workshop venivano supportati da storie, attività di ruolo, giochi e brevi video con contenuti che riguardano argomenti specifici relativi al bullismo, alla sua dinamica e alle conseguenze, nonché argomenti più generali, come emozioni, problem-solving, strategie di coping, rispetto, amicizia e comportamento prosociale.

Già dall’inizio di questo nuovo anno scolastico partirà nelle scuole la sperimentazione di quanto appreso: affiancamento dei peer educator ad altri alunni in alcune attività specifiche, a scuola e fuori, formazione di nuovi peer educator in altre classi, da parte di alunni già formati, e altre attività di socializzazione tra pari, pensate direttamente da loro.

I potenziali punti di forza di un modello basato sulla peer education sono molteplici, in particolare con gli adolescenti. La peer education si basa infatti sul presupposto che durante l’adolescenza, il gruppo dei pari diventa una notevole fonte di influenza, offre indipendenza, riconoscimento e identità. Infatti è più facile per gli adolescenti identificarsi con i loro coetanei, piuttosto che con gli adulti (in questo caso i docenti). La peer education inoltre rafforza i docenti stessi, aumentando la loro fiducia e il senso di responsabilità.

Gli interventi condotti da pari sono stati adottati con successo in molti settori, dall’intervento sanitario, alla prevenzione del bullismo, al tutoraggio scolastico.

LA RETE. Sono partner di progetto, insieme ad Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini capofila: Comune di Salerno, Comune di Castellammare di Stabia (NA), Comune di S.Maria Capua Vetere (CE), IC Calcedonia e IC Rita Levi Montalcini di Salerno, IC Denza di Castellammare di Stabia, IC Principe di Piemonte di S.Maria Capua Vetere, Human Foundation, Fondazione Carisal – Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani di Salerno, Associazione Vela Centro Servizi Sociali, Acli Service Salerno, Associazione Campania Danza, Associazione Culturale Saremo Alberi – Libroteca, Associazione Compagnia del Giullare, Associazione Culturale Funneco – Culture Hub, CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa di Salerno, CNA Campania Nord (sedi di Napoli e Caserta), ASD Rari Nantes Nuoto Salerno, CSI – Centro Sportivo Italiano Comitati Provinciali di Salerno, Napoli e Caserta, Associazione Agape Fraterna Onlus, Associazione Casa Babylon Teatro.