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Ospedale Mercato San Severino, forniti i dati internazionali sul colesterolo

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Ospedale Mercato San Severino, forniti i dati internazionali sul colesterolo

L’Unità Operativa di Cardiologia ed UTIC dell’Ospedale di Mercato San Severino partecipa agli studi scientifici internazionali. Livelli di colesterolo in calo nelle nazioni occidentali – ma in aumento in Asia

L’Unità Operativa di Cardiologia ed UTIC di Mercato San Severino (Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno) diretta dal Dott. Vincenzo Capuano, insieme ad altri centri Italiani, ha fornito dati per il più grande studio mai condotto sui livelli globali di colesterolo, coordinato dall’ “Imperial College London” e pubblicato in questi giorni sulla rivista “Nature”.

La ricerca ha utilizzato dati provenienti da 102,6 milioni di individui ed esaminato i livelli di colesterolo in 200 paesi, per un periodo di 39 anni, dal 1980 al 2018. I dati forniti dall’Unità Operativa di Cardiologia di Mercato S. Severino sono relativi a circa 5000 soggetti studiati negli screening nella popolazione locale effettuati nel periodo 1988 – 2019 (Progetto VIP – Valle dell’Irno Prevenzione).

Il lavoro, finanziato dal Wellcome Trust e dalla British Heart Foundation, ha rivelato che il colesterolo alto è responsabile di circa 3,9 milioni di morti in tutto il mondo. La metà di questi decessi si verificano nell’est, nel sud e nel sud-est asiatico. Infatti i livelli di colesterolo sono in netto calo nelle nazioni occidentali, ma in aumento nelle nazioni a basso e medio reddito, in particolare in Asia.

Il colesterolo “cattivo” Colesterolo-non HDL, dovrebbe essere il più basso possibile. Questo tipo di colesterolo è generalmente aumentato da diete ricche di grassi saturi e trans, che si trovano in molti alimenti trasformati, anziché in grassi insaturi più sani. Può essere abbassato efficacemente attraverso l’uso di statine.

I risultati del nuovo studio hanno rivelato che i livelli di colesterolo totale e non HDL  sono fortemente diminuiti nelle nazioni ad alto reddito, in particolare quelle nell’Europa nord-occidentale, Nord America e Australasia, mentre sono aumentate nelle nazioni a basso e medio reddito, in particolare nell’est e nel sud-est asiatico. La Cina, che ha avuto alcuni dei livelli più bassi di colesterolo non-HDL nel 1980, ha avuto uno dei maggiori tassi di aumento del non-HDL.

Il professor Majid Ezzati, autore principale della ricerca della Scuola di salute pubblica di Imperial, ha dichiarato: “Per la prima volta, i livelli più alti di colesterolo non HDL sono al di fuori del mondo occidentale. Ciò suggerisce che ora dobbiamo attuare in tutto il mondo politiche tariffarie e normative che spostino le diete dai grassi saturi a quelli non saturi e preparare sistemi sanitari per trattare, coloro che hanno bisogno, con medicine efficaci. Ciò contribuirà a salvare milioni di morti per il colesterolo non HDL alto in queste regioni”

I paesi con i più alti livelli di colesterolo non HDL, che è un indicatore del rischio cardiovascolare, sono cambiati da quelli dell’Europa occidentale come Belgio, Finlandia, Groenlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, Svizzera e Malta nel 1980 a quelli in Asia e Pacifico, come Tokelau, Malesia, Filippine e Tailandia. Il professor Ezzati ha aggiunto che parte della riduzione dei livelli di colesterolo non HDL nelle nazioni occidentali è dovuta all’aumento dell’uso di statine nei paesi occidentali, che non sono ancora ampiamente utilizzati nei paesi a basso e medio reddito.

La ricerca, che ha prodotto confronti del colesterolo per tutti i 200 paesi, ha evidenziato che:

  • Il colesterolo non HDL per le donne italiane era al 30° posto al mondo e al 24° posto in Europa nel 1980. Nel 2018, si è classificato all’80° posto al mondo e al 22° posto in Europa.
  • Il colesterolo non HDL per gli uomini italiani era al 21° posto nel mondo e al 18 ° posto in Europa nel 1980. Nel 2018, si è classificato al 43° posto al mondo e al 21 ° posto in Europa.