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Fisciano, “Oltre le 21 possibilità” all’I.C. Don Alfonso De Caro

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Fisciano, “Oltre le 21 possibilità” all’I.C. Don Alfonso De Caro

All’I.C. Don Alfonso De Caro, “Oltre le 21 possibilità”, per parlare di abilità, capacità e possibilità delle persone con Sindrome di Down, oltre l’immaginario comune

In occasione della XIII Giornata mondiale delle persone con Sindrome di Down, l’Istituto Comprensivo “Don Alfonso De Caro” di Fisciano-Lancusi, guidato dal Dirigente Scolastico Prof.ssa Melillo Lucia, si è unito al coro di iniziative attivate in favore dell’inclusione e della partecipazione sociale.

Nella serata di ieri, infatti, si è tenuto “Oltre le 21 possibilità”, evento organizzato in collaborazione con le associazioni “Pianeta 21” di Salerno e “Vita 21” di Catania, con il patrocinio del Comune di Fisciano.

Scopo dell’iniziativa il favorire la sensibilizzazione di docenti, genitori ed operatori socio-sanitari-assistenziali, verso una differente visione della sindrome e al fine di abbattere i pregiudizi che, purtroppo, continuano ad esistere tutt’oggi, intorno al mondo delle persone con sindrome di Down.

Troppo spesso il primo ostacolo alla piena realizzazione dello sviluppo personale e sociale è una barriera di natura culturale, rappresentata dalle “basse aspettative”.

In realtà le persone con sindrome di Down posseggono potenzialità di autodeterminazione e ampi margini di sviluppo delle autonomie, che devono necessariamente essere supportate dall’acquisizione di strumenti e competenze, che può avvenire solo attraverso un percorso scolastico di qualità, affiancato da terapie abilitative efficaci.

La scuola per il bambino con sindrome di Down può rappresentare, se costituito da ambiente idoneo e responsivo, un’ottima occasione di integrazione e sostegno sociale sia per il bambino che per la famiglia.

Ciò perché l’entità delle difficoltà connessi alla disabilità sono solo in parte oggettivi, in quanto molto dipende da quanto il contesto materiale e sociale sia in grado di offrire opportunità e risorse alla portata di chi necessita di stimoli e di scambi interattivi maggiori rispetto ai loro coetanei.

Con le loro testimonianze dirette, alcuni genitori hanno raccontato il forte impatto emotivo provocato dalla notizia dell’arrivo di un bambino con sindrome di Down, seguito nel tempo dall’alternanza di entusiasmi, delusioni, frustrazioni, sfide quotidiane e poi risultati e conquiste eccezionali, tutto vissuto con grande amore, perché l’amore di un genitore non conta i cromosomi.

Sono intervenute le dottoresse De Simone Carmelina e Ferrara Luciana, entrambe logopediste, che hanno fatto il punto sull’importanza della comunicazione e sulla necessità di un intervento precoce per facilitarne lo sviluppo.

Illustrate anche differenti metodologie di aiuto, a seconda del grado di sviluppo del linguaggio lungo il percorso di crescita.

La dottoressa Iannone Lucia ha illustrato le caratteristiche dello sviluppo psicomotorio e alcune tecniche di abilitazione.

La dottoressa De Rosa Michela, pedagogista, ha portato il contributo concreto di una buona prassi, ovvero il Progetto Autonomia 21, realizzato dall’Associazione Pianeta 21 con ragazzi adolescenti, mostrando le metodologie ed i risultati ottenuti, evidenziando l’importanza dello sviluppo delle abilità sociali.

Infine le testimonianze dei genitori, delle loro esperienze, la socializzazione dei loro sentimenti personali, inattesi, coinvolgenti, altamente emozionanti, hanno mostrato, senza rendersene conto, con quanto coraggio e quanta forza affrontano ogni giorno una organizzazione familiare complessa ma per loro “normale”; famiglie, che mostrano l’orgoglio per i loro bambini, e condividono esperienze, paure, gioie, soddisfazioni con altre famiglie che in comune hanno un bambino con sindrome di Down, nel momento in cui riconoscono il valore dei loro bambini e sono fieri degli obiettivi che hanno raggiunto insegnano agli altri a fare altrettanto. Le famiglie si sostengono, si danno forza le une con le altre.

L’incontro si è concluso con un piccolo banchetto, come è uso fare nei giorni di festa, perché l’idea di fondo era proprio di festeggiare la Giornata mondiale delle persone con la sindrome di Down tutti insieme: bambini, famiglia, scuola, operatori.

Ed alla fine un augurio comune: Happy World Down Syndrome Day.