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Nocera Inferiore, sgominata la “Banda degli Sfiammati”

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Nocera Inferiore, sgominata la “Banda degli Sfiammati”
Foto dal sito Pixabay

Il Tribunale di Nocera Inferiore ha emesso un provvedimento cautelare nei confronti di 8 soggetti accusati di oltre 400 furti d’auto

Il Tribunale di Nocera Inferiore ha emesso un’Ordinanza applicativa di misure cautelari personali indirizzata a 8 soggetti. Questa mattina, poi, i Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno hanno dato esecuzione al provvedimento del GIP nei territori di Salerno, Napoli e Bari. Gli 8 soggetti sono ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata al compimento di plurimi reati contro la persona e il patrimonio, nonché estorsione, ricettazione e autoriciclaggio. Determinante, ai fini delle indagini, è stato il contenuto delle chat Whatsapp degli indagati.

Al termine delle operazione il Procuratore della Repubblica di Nocera Inferiore Angelo Centore, il Sostituto Procuratore Dott. Angelo Rubano, e il Comandante provinciale dei Carabinieri di Salerno Colonnello Trombetti hanno tenuto una conferenza stampa nel corso della quale hanno indicato tutti i dettagli dell’operazione.

L’operazione dei Carabinieri

Gli sfiammati“, questo è il nome dell’operazione condotta dai Carabinieri, in collaborazione con l’autorità giudiziaria nelle persone del Procuratore di Nocera Inferiore Antonio Centore e del Sostituto Procuratore Dott. Angelo Rubano. Tale denominazione deriva dal nome con il quale erano soliti chiamarsi su una chat Whatsapp i soggetti sottoposti a misura cautelare. Attualmente 5 soggetti sono stati tradotti in carcere e 3 si trovano agli arresti domiciliari. Contestualmente i Carabinieri hanno svolto delle perquisizioni a carico di altri 7 indagati, ad ora in stato di libertà per i medesimi reati. Tra questi 9 hanno precedenti per reati contro il patrimonio.

I militari dell’Arma hanno indagato relativamente alle attività dell’organizzazione risalenti al periodo Giugno 2019-Aprile 2020. Nello specifico si tratta di furti di auto del gruppo FCA (Fiat Chrysler Automobiles). Da agosto 2019 a ottobre 2019 sono state rubate 122 auto nel territorio dell’agro-nocerino-sarnese e oltre 70 nei pasi della zona vesuviana. Da novembre 2019 ad aprile 2020, invece, 150 auto rubate nell’agro-nocerino-sarnese e 108 nei territori vesuviani.

Gli step dell’indagine e la scelta coraggiosa degli inquirenti

Tutto è partito dall’inseguimento di due autovetture risalente al 28 ottobre 2019. “Una di queste autovetture faceva la staffetta, mentre l’altra auto era quella rubata guidata dall’autore del furto“, ha spiegato il Procuratore Centore. In quell’occasione i Carabinieri  fermarono quattro soggetti e sequestrarono i loro telefoni. A quel punto si decise di fare una copia forense dei dispositivi e si scelse di scaricare il contenuto degli stessi piuttosto che procedere con un’attività di intercettazione. Decisione questa definita “coraggiosa dal Procuratore Centore e dal Colonnello Trombetti. E proprio il Procuratore ha evidenziato il successo di questa scelta, paragonandola a quanto accaduto nel caso Palamara visto che “sono arrivate più notizie dalla lettura delle chat che non dalle intercettazioni fatte sui soggetti“.

Dopo aver scaricato il contenuto dei telefoni, i Carabinieri hanno riorganizzato tutto il materiale secondo una cronologia temporale. Trattasi di 64 mila file immagini, 36 mila file audio e 1400 file video. “L’attività di analisi è stata lunga e complessa“, ha ricordato il Colonnello Trombetti, perché ad ogni foto di auto si associava una chat e ad ogni chat si è cercato di associare una denuncia.

Attrezzatura e modus operandi della banda

Il Dott. Rubano ha evidenziato come “all’interno del gruppo Whatsapp vi erano ruoli parcellizzati“. Tutto era organizzato tramite una chat Whatsapp nella quale i criminali utilizzavano dei soprannomi. Inoltre la “Banda degli Sfiammati” organizzava delle riunioni, le quali si svolgevano sia da remoto che di persona. I meeting si tenevano a casa del capo della banda e venivano chiamati “riunioni sindacali“.

Per compiere i furti la “Banda degli Sfiammati” usava dei programmi che davano informazioni e dettagli sulla specifica autovettura che cercavano. Inoltre aveva mezzi di accesso a dati assicurativi per risalire ai proprietari delle auto. L’organizzazione utilizzava un dipositivo “obd2” che consentiva di avere le chiavi della macchina. Tale dispositivo era in possesso di colui che in ragione di ciò può considerarsi il capo della banda. Successivamente i criminali hanno acquistato anche un altro dispositivo del genere. L’acquisto di tali apparecchiature elettroniche avveniva tramite un fornitore in Puglia. 

Dotati delle suddette apparecchiature, la banda procedeva al furto e successivamente nascondeva l’auto confondendola tra le altre parcheggiate per strada. A tal proposito il Procuratore Centore ha specificato che i criminali usavano l’espressione “facimml arrpusà” ovvero “facciamola riposare“, riferendosi chiaramente al veicolo rubato. Durante questo “periodo di riposo” la vettura era controllata da webcam, in attesa di procedere alla rivendita oppure di contattare il proprietario per un cavallo di ritorno. Il Colonnello Trombetta ha infatti sottolineato che “molti cavalli di ritorno sono andati a buon fine, con i criminali che chiedevano dai 1500 ai 2000 euro per riconsegnare l’auto ai proprietari”.

Il profilo della banda

La Banda degli Sfiammati” era costituita da giovani dediti in maniera altamente professionale al furto di autovetture, ricorrendo a tecnologie avanzate per disattivare i sistemi di antifurto e localizzazione della auto.

Il Procuratore Centore ha specificato che si trattava di “ladri che spendevano per sè i soldi che guadagnavano piuttosto che reinvestirli. Gli piaceva vestire bene, spendere, andare a divertirsi”. Il Colonnello Trombetti ha invece aggiunto: “Si sentivano talmente certi e spavaldi da farsi le foto prima durante e dopo il furto delle autovetture”. Altro aspetto curioso riguarda la pubblicazione di un video ad opera di un membro della banda. Il criminale era ripreso mentre suonava una chitarra, la stessa chitarra che era contenuta nell’auto rubata il giorno in cui è stato registrato il filmato. Questo ha consentito ai Carabinieri, con la collaborazione del proprietario della chitarra, di identificare il veicolo rubato.

Insomma non si tratterebbe di profili di spicco della criminalità organizzata, sebbene l’intera banda aveva grande rilevanza nel settore dei furti d’auto nel territorio dell’agro-nocerino-sarnese e dei paesi vesuviani.

Lo spessore della banda

A testimonianza di quanto la “Banda degli Sfiammati” fosse rilevante, il Comandante provinciale dei Carabinieri di Salerno ha ricordato un episodio in cui “gli Sfiammati” avrebbero pestato i piedi a una personaggio di spicco della criminalità scafatese. Il soggetto in questione, pur non essendo certo dell’identità dell’autore del furto, si è rivolto al capo degli “Sfiammati“, malmenandolo e ottenendo la restituzione del veicolo rubatogli. Questo perché era noto che fosse lui a gestire tutti i furti delle auto in quei territori. L’episodio è stato poi oggetto di discussione nelle chat degli “Sfiammati“, i quali hanno commentato con frasi del tipo “che si crede che comanda solo lui, noi pure dobbiamo mangiare, mica è tuta sua la città“.

Il Procuratore Centore ha concluso: “Sono ammirato per il lavoro svolto dai Carabinieri e dall’autorità giudiziaria, soprattutto in un momento in cui le attività di intercettazione vengono rese sempre più difficili con provvedimenti che non mirano ad avere una utilità effettivamente rivolta al profilo delle garanzie, ma gettano solo nello sgomento gli investigatori. Non a caso noi abbiamo individuato, e non siamo i primi, uno strumento differente che è quello cui abbiamo fatto ricorso“.