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“Mood Indigo”: Una surreale storia d’amore

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Raccontare una storia d’amore è sempre stato uno dei principali obiettivi di molti registi. Dalla nascita del cinema abbiamo visto personaggi trovarsi, fuggire, piangere, darsi gli uni agli altri nell’idilliaco sbocciare del più grande sentimento astratto mai provato.

Un posto in pole position negli ultimi anni va sicuramente a Michel Gondry: regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e attore francese; che riesce, meglio di tutti, nell’impresa di creare una cornice poetica e surreale alle storie d’amore scritte ( da lui o da altri) per i suoi protagonisti.

Geniale, visionario, bizzarro: questi gli aggettivi più caratterizzanti per lo stile del regista già conosciuto grazie a  “Se mi lasci ti cancello” titolo italiano sfortunato di “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”; ritronato al cinema il 12 settembre 2013 con :“Mood Indigo – La schiuma dei giorni (L’Écume des jours)” ispirato dal celebro romanzo di Boris Vian : “La schiuma dei giorni” scritto nel 1947 .

Letto a soli 14 anni, Gondry ha portato con sé l’idealizzazione della storia d’amore di uno dei libri più strazianti mai scritti prima. Un universo irreale e dolce in cui i personaggi di Vian, a ritmo di jazz, vivono una vita fatta di pura eccentricità, lirismo e sogno, vivendo anche le esperienze più dolorose in modo unico e irreale.

La storia parla di Colin (Romain Duris), un uomo ricco, che spende le sue giornate senza lavorare in una casa e una città(una Parigi irriconoscibile) al di fuori di ogni immaginario, accudito da un topo e un cuoco che coltiva una cucina decorativa.

La sensazione di vuoto che pervade l’animo di Colin, venuta a galla dalla notizia del fidanzamento del suo amico più caro Chick, viene riempita dalla conoscenza di Chloé (Audrey Tautou) alla quale darà la sua mano e il suo cuore. Le cose si complicheranno nel momento in cui Chloé viene attaccata da una malattia tanto poetica quanto straziante, nei suoi polmoni cresce un enorme ninfea che la soffoca e potrebbe ucciderla. La vita dei personaggi cambia radicalmente; per poter guarire Chloé ha bisogno di stare a contatto con i fiori,quei fiori con cui Colin la ricoprirà spendendo il suo patrimonio e finendo sul lastrico. Il mondo impazzisce e tutto si restringe all’aumentare dei problemi.

Un film che emoziona e strazia il pubblico ma annoia e delude fortemente la critica. Cosa manca nel magico mondo di Gondry :mago illusionista, creatore di momenti e re dei sogni?

Come spesso accade a molti visionari e creatori di immagini la storia e i dialoghi si perdono, passano in secondo piano e divengono non più protagonisti ma semplice cornice del tutto. L’immaginario poetico, le bellezze surreali che scandiscono i momenti di vita dei due personaggi, si impongono come movente principale del film, lasciando fuori il racconto dei due amanti e alla fine anche gli spettatori più attenti.

Nonostante tutto una pellicola da vedere, anche solo per le incredibile scelte scenografiche, del montaggio e la fotografia caratteristica della cinematografia francese.