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Monuments Men, la più grande caccia al tesoro della storia

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Monuments Men, la più grande caccia al tesoro della storia

Nella germania nazista, la squadra americana dei Monuments Men, riesce a sventare il più grande saccheggio artistico della storia, operato per mano del Fuhrer.

Monuments MenThe Monuments Men è un film del 2014 scritto, diretto, prodotto ed interpretato da George Clooney. La pellicola è la trasposizione cinematografica del libro omonimo “Monuments Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della storiascritto da Robert M. Edsel nel 2009.

Monuments Men, ispirato ad una storia vera, si sviluppa nel contesto storico della seconda guerra mondiale, ma affronta la guerra da una prospettiva inedita e poco conosciuta, quella dell’arte e per questo risulta assolutamente particolare e avvincente nel suo genere.

Durante la seconda guerra mondiale l’esercito nazista cominciò sistematicamente a razziare dai musei e dalle collezioni dei paesi occupati, dipinti e sculture riuscendo a concentrare un patrimonio artistico inestimabile. Fu ,allora, tra la fine del 1943 e l’inizio del 1944, che uno storico dell’arte, Frank Stokes (George Clooney), convinse il presidente Roosevelt a formare una squadra speciale, composta da direttori di musei, collezionisti ed esperti di beni culturali, addestrati militarmente, da spedire in Germania.

Lo scopo era quello di recuperare i capolavori artistici trafugati dai nazisti e accuratamente nascosti, al fine di restituirli all’umanità. Inizialmente la missione prevedeva di limitare i danni dovuti ai combattimenti, ma in seguito divenne una vera caccia al tesoro, per tentare di localizzare tutto il patrimonio artistico rubato. Un’unità militare che sul finire della guerra arrivò a contare 345 uomini e donne provenienti da 13 paesi, tutti con la singolare caratteristica di essere prima di tutto storici dell’arte, curatori di musei o esperti di conservazione e solo in seconda battuta, anche dei soldati.

Monuments Men

Si tratta di una vera corsa contro il tempo, perchè Hitler aveva decretato che, in caso di sua sconfitta, tutte le opere trafugate sarebbero dovuto essere distrutte . I Monuments Mens sono interpretati da un plotone di star: George Clooney, Matt Damon, John Goodman, Jean Dujardin, Hugh Bonneville, Bob Balaban e Bill Murray. Ad aiutarli, una raffinatissima Cate Blanchett nei panni di una collaborazionista francese che, esponendosi a numerosi rischi e pericoli, aiutò la squadra di americani fornendo importantissime informazione sui luoghi in cui le opere erano state nascoste.

Tutte queste grandi opere, secondo i piani di Hiltler, erano destinate all’esposizione nel museo a lui dedicato, che egli voleva costruire nel cuore di Berlino.

Per i Monument men, “eroi” fuori dal comune, salvare l’arte diventa una vera e propria missione di vita. Combattono al fianco dei soldati americani, anche se non sono dei veri soldati, e poco hanno a che a fare con quel mondo di morti e battaglie. Ma, assolutamente devoti all’arte, arrivano a sacrificare la loro stessa vita, convinti che le opere d’arte che hanno salvato saranno ricordate ed ammirate per sempre.

I Monuments Men riescono a scovare un ampio complesso di miniere di sale dove i nazisti avevano nascosto tutta l’arte rubata, che includeva anche opere provenienti da collezioni austriache. Più di 6.500 i dipinti rinvenuti sul luogo. Tra le opere recuperate la Madonna di Bruges di Michelangelo rubata dalla Chiesa di Nostra Signora di Bruges; il Polittico di Gand di Jan van Eyck rubato dalla Cattedrale di San Bavone a Gand; alcuni dipinti trafugati dal Museo di Capodimonte di Napoli e da Monte Cassino. Grazie a loro, oggi, il pubblico può ammirare le meraviglie di Michelangelo, Leonardo, Donatello, Vermeer, Rembrandt.

Monuments Men

Accanto alla guerra tradizionale, combattuta con le armi, per la liberazione degli uomini e dei territori, vi è stata, dunque, un’altra guerra, quella combattuta per salvare migliaia di opere d’arte trafugate dai tedeschi, sculture e dipinti di immenso pregio e valore. É una guerra artistica e culturale. “È giusto morire per un’opera d’arte?”, questo il dilemma che più volte viene ripreso nel corso del film. La vita di un uomo non vale quella di un’opera d’arte. Eppure, alla fine alcuni di questi uomini perdono la vita proprio nel tentativo di salvare l’arte. Si può sterminare un’intera popolazione, ma questa continuerà a vivere nel tempo grazie ai suoi conseguimenti artistici e culturali. Ma, se vengono meno tutti i conseguimenti di un popolo, allora quel popolo cesserà di esistere, sarà cancellato. É, dunque, questo il ruolo cruciale dell’arte, che fin dall’Antica Grecia è stata l’espressione più elevata dell’umanità. L’arte sembra nascere ed identificarsi con l’uomo, e combattendo per essa, si combatte per salvare un popolo, i suoi resti e le sue radici, perchè solo essa è in grado di “far vivere” e di rendere eterni nel tempo gli uomini e la loro storia.