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L’Italia piange Pietro Mennea

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L’Italia piange Pietro Mennea

21 marzo 2013

È scomparso questa mattina Pietro Mennea. Lottava da diversi anni con un male incurabile ed era ricoverato in una clinica di Roma. Il più grande velocista italiano si è spento all’età di 61 anni. Nato a Barletta nel il 28 giugno 1952, era stato primatista mondiale nei 200 metri piani, vincendo anche la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca del 1980. Il suo tempo di 19’’72, stabilito nel 1979 alle Universiadi di città del Messico, è stato record del mondo della specialità per ben 17 anni, ed è tutt’ora record europeo.  Una carriera ricca di successi, iniziata col bronzo agli europei di Helsinki nella 4×100 nel 1971 e terminata nel 1988 all’Olimpiade di Seul, per il campione italiano che ha disputato ben 5 olimpiadi. Sconcerto e dolore in tutto dello sport, per il più grande velocista della storia dell’atletica italiana; la camera ardente molto probabilmente sarà allestita al Coni.

La freccia del sud” era diventato avvocato ed era laureato in Scienze politiche, Scienze motorie e Lettere intraprendendo inoltre  la carriera di docente universitario all’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara e ricoprendo anche la carica di eurodeputato dal 1999 al 2004.

Salerno è stata particolarmente legata al velocista italiano; infatti Mennea aveva ricoperto la carica di direttore generale della Salernitana nella stagione ’98-99, l’ultima dei Granata nella massima serie, con Aniello Aliberti Presidente.

Al cordoglio unanime, proveniente da tutto il mondo, ha partecipato anche il Sindaco di Salerno Vincenzo de Luca che ha affermato: “Esprimo il cordoglio mio personale, della Giunta e del Consiglio Comunale, della cittadinanza tutta per la morte di Pietro Mennea, campione nello sport e nella vita. Il campione olimpico di Mosca e detentore del primato del mondo sui 200 metri piani è stato un esempio cristallino dei più alti valori sportivi: dedizione, desiderio di primeggiare, rispetto delle regole e degli avversari. Pietro Mennea era un uomo del Sud ed ha dimostrato come la tenacia ed il sacrificio possano consentire di ottenere grandissimi risultati anche al cospetto di atleti più dotati naturalmente. Da atleta prima, da dirigente sportivo ed uomo delle Istituzioni poi ha sempre combattuto con tenacia il doping e la deriva consumistica dello sport con numerose iniziative scientifiche, legislative, divulgative. Intensi sono stati i suoi legami con Salerno che lo accompagnò fin dai primi passi della sua carriera agonistica. E’ stato poi apprezzato dirigente della Salernitana e protagonista di numerosi incontri con i giovani e le scuole. La sua vita ed il coraggio con il quale ha affrontato la malattia che ce l’ha portato via prematuramente sono un patrimonio prezioso che affidiamo alle nuove generazioni e c’impegniamo fin d’ora ad onorare e perpetuare nel ricordo”.