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La lettera aperta della sindaca Cecilia Francese alla città di Battipaglia

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La lettera aperta della sindaca Cecilia Francese alla città di Battipaglia

Cecilia Francese ha deciso di condividere su alcuni gruppi Facebook una lunga lettera rivolta a tutti i cittadini di Battipaglia

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“Governare una città di 52mila abitanti, complessa e con problemi antichi frutto di anni di abbandono politico e di commissariamenti successivi non è facile. Lo sapevamo e per questo ci stiamo mettendo un grande impegno. Noi vogliamo davvero provare a ridare normalità alla nostra amata Battipaglia, quella normalità da troppo tempo persa la cui conquista, oggi, ha un sapore davvero rivoluzionario.”

È questo l’esordio della sindaca Francese che si rivolge a tutti i cittadini e che ha cercato di infondere fiducia dopo i primi mesi complessi di amministrazione della città, duramente colpita da un disastroso bilancio in passivo.

La sindaca rivendica il sostegno dei cittadini: “la città ci sostiene in questo sforzo. Me ne accorgo dall’affetto e dalla stima che ogni giorno tanti battipagliesi manifestano nei nostri confronti. E’ questo quello che conta per me! Da questo ricevo il coraggio e la forza di andare avanti e di mantenere gli impegni assunti con tutta la città in occasione delle elezioni. Precisi impegni per i quali lotterò con tutta me stessa.

Non sono mancati riferimenti indiretti all’opposizione e alle polemiche che si sono susseguite in questi mesi: “Ci sono critiche al nostro operato? Ben vengano! Non sarò certo io a chiudere la porta a chi vorrà portare idee diverse dalle mie, di proposte altre, di istanze anche alternative! Il confronto non ci spaventa, non mi spaventa. Serve per crescere.” 

Ma non manca un’apertura alla minoranza per provare ad aprire un dialogo: “Noi rivogliamo una città normale. C’è qualcuno che ci vuole accompagnare? Si accomodi! Per farlo c’è bisogno di avere la forza di abbandonare vecchie, ammuffite e fallimentari logiche politiche e culturali su cui davvero grava la responsabilità di come è ridotta oggi la nostra Battipaglia. Per farlo c’è bisogno di capire che noi siamo un’altra cosa, non siamo inquadrabili nelle vecchie logiche.

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