Home Prima Pagina “Le conseguenze dell’amore”: ogni uomo ha un segreto incofessabile

“Le conseguenze dell’amore”: ogni uomo ha un segreto incofessabile

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Titta de Girolamo è un distinto cinquantenne che da otto anni vive una vita monotona. Alloggia in una camera d’albergo di una cittadina svizzera, e passa le giornate senza lavorare, tra una sigaretta e l’altra. Quest’uomo interpretato egregiamente da Tony Servillo ha, però, un grande segreto. Ogni mese qualcuno bussa alla sua porta lasciando una valigia colma di soldi. Titta de Giorolamo è un riciclatore di denaro sporco, asservito alla mafia e costretto a una vita solitaria per punizione.

Sorrentino, autore partenopeo già conosciuto agli esordi per “Il Divo” e recentemente per “La grande bellezza“, ci pone dinanzi la storia di un uomo “vuoto”, privo di immaginazione e sentimenti che ha dovuto cancellare sé stesso, il suo passato e il suo futuro a causa di una punizione.

L’interrogativo sulla mancanza di senso dei gesti quotidiani è uno dei principali motivi del film, nonostante il titolo “Le conseguenze dell’amore” sembri non calzare perfettamente con questa teoria. Le conseguenze di cui parla Sorrentino, infatti, non ci sono presentate esplicitamente: sarà solo possibile intuire che Titta a causa di un “sentimento” nei confronti di Sofia, la barista del locale, comprenderà che l’unica via di fuga da un esistenza vuota, solitaria e priva di senso è la morte. Sorrentino grazie al suo estro creativo riesce a rendere suggestiva una storia che si affaccia “in punta di piedi” sul mondo reale. Non ci dà la possibilità di entrare completamente nella vita di quest’uomo e, attraverso le inquadrature, perfettamente studiate, pone noi dietro un vetro e il protagonista sempre distccato dallo spazio in cui si trova.Anche il ritmo lento e sospeso si amalgama perfettamente con la personalità del protagonista. La colonna sonora ha un impatto molto forte: accompagna, infatti, le abitudini maniacali di Titta, rappresenta la solitudine, porta a comprendere la pericolosità di alcune azioni.

Tony Servillo attore feticcio di Sorrentino può essere considerato una “maschera”: con teatralità, infatti, interpreta quell’uomo ormai svuotato da ogni sentimento e percezione di sé.