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“Le Canne Pensanti”: detenuti in scena al Giffoni Teatro

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Le Canne Pensanti“, Compagnia teatrale (in)stabile formata dai detenuti della Casa di Reclusione di Eboli, presenta alla 19ª edizione di Giffoni Teatro lo spettacolo “Purchè sia Purè

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[ads1]EBOLI –  L’8 agosto, alle ore 21.00, gli attori della compagnia “Le Canne Pensanti”, detenuti della Casa di Reclusione di Eboli, calcheranno la scena che è stata dei mostri sacri del teatro italiano, tra cui Giorgio Albertazzi, Michele Placido, Vincenzo Salemme, Mario Scarpetta, Peppe Barra, Luca De Filippo, Riccardo Garrone, Lina Sastri, e dei nuovi interpreti quali Carlo Buccirosso, Paolantoni, Brignano, Lello Arena, Gianfranco Jannuzzo, Biagio Izzo, Pino Insegno, Alessandro Siani, reggendo, senza ombra di dubbio, il confronto.

Forti dell’ormai consolidata esperienza di attori ma, soprattutto della grandissima voglia di riscatto, i protagonisti di quella che è un’esperienza che ormai va ben aldilà del chiuso circuito penitenziario, facendo propria la filosofia di chi dirige l’istituto, portano da anni avanti un lavoro che li vede costantemente impegnati nella ricerca, nella lettura, nello studio e nella proposta delle varie forme di spettacolo grazie alle quali si realizza quanto il Direttore dell’Istituto a Custodia Attenuata ebolitano dott.ssa Rita Romano che, nella brochure di presentazione della rassegna teatrale “Diversamente liberi”, quest’anno alla sua terza edizione, scrive:« la rassegna vuole essere un momento di confronto tra esseri umani giocato sul filo sottile e delicato delle emozioni. Grazie alla finzione scenica non si è reclusi ma diversamente liberi in mondi solo apparentemente diversi che si incontrano e si confrontano».

Diversamente Liberi

La rassegna teatrale “Diversamente liberi” prende il nome dall’omonimo periodico d’informazione sociale che alcuni ospiti dell’Icatt pubblicano mensilmente grazie alla collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale Mi girano le ruote di Campagna (visita la pagina Facebook!) presieduta dalla dott.ssa Vitina Maioriello. Il Teatro diventa “dentro” una forma di terapia, un’attività che aiuta nel percorso educativo che punta al reinserimento sociale di giovani che hanno vissuto esperienze negative e che, mossi dal desiderio di ripartire, preparano qui il loro “fuori” con l’aiuto di un’Istituzione la cui azione è ispirata ai fondamentali principi espressi dalla nostra Costituzione che qui trova piena e totale attuazione. 



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