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La crisi della destra italiana e l’affondo del Pd

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La crisi della destra italiana e l’affondo del Pd

Quanto l’effetto Pd ha inciso nelle comunali a Salerno?

di Danilo Iammancino

Da sempre nelle mie analisi politiche sono stato sempre attento ai particolari. Sono quelli che secondo il mio punto di vista fanno la differenza, in qualsiasi tipo di valutazione.

Stiamo attraversando senza ombra di dubbio un periodo di transizione politica/economica dai risvolti del tutto inaspettati. Lo spoglio delle tornate elettorali europee ci ha consegnato uno scenario politico del tutto nuovo. Quello che doveva essere un testa a testa Renzi – Grillo, si è trasformato in un plebiscito Pd. L’ex sindaco di Firenze riesce in un sol botto ad azzerare Grillo, Berlusconi e ad uscire dal pantano “Lettiano” in cui si stava arenando con  il suo governo. Un capolavoro politico considerando le scelte azzardate che hanno sempre contraddistinto il giovane segretario di Firenze.

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Matteo Renzi potrebbe riuscire dove hanno fallito tutti: da Prodi che al massimo riuscì a mettere insieme con il vinavil di tutto (dai trotskisti a Lamberto Dini) a Veltroni con il suo pallino fisso dell’autosufficienza del partito, mito demolito dall’ultimo trionfo di Berlusconi (2008) per finire a Bersani puntellato dalle frecce dei franchi tiratori del suo partito. Il segretario del Pd potrebbe mettere a segno l’impresa sempre sognata dall’ex Cavaliere a destra: il partito unico. D’altra parte non è nemmeno colpa di Renzi, ma un’operazione indicata dagli elettori. E’ la sentenza delle urne. Il tripudio elettorale del Pd si è fondato sul recupero di voti ai Cinque Stelle, sullo svuotamento del bacino elettorale liberaldemocratico di Mario Monti e sulla riduzione ai minimi termini delle forze alla sinistra dei democratici. Scelta Civica in primis e Sel poi hanno dovuto per forza di cose registrare questa emorragia di voti. Un solo uomo al comando opposizione interna al partito quasi azzerata.

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Ma in tutto questo che fine ha fatto la destra italiana?

Ripudiata e scaricata in alcuni casi anche nei simboli di alcune liste civiche di accompagnamento alle tornate comunali, in cinque anni, dal 2008 al 2014, il centro-destra è andato in frantumi. Entusiasmi, passioni, speranze  che pure avevano animato una grande stagione, “catturato” enormi schiere di elettori e offerto all’Italia una irripetibile occasione di cambiamento, sono svanite in un lasso di tempo scandito da esasperanti conflitti, velenosi personalismi, dannose scissioni, affrettate decisioni e stucchevoli superficialità.

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Un suicidio collettivo, di cui è difficile trovar traccia nella storia del passato, per le modalità stesse in cui è stato consumato e per le cause che lo hanno generato. Con l’eclissi del centro-destra, o per meglio dire, con la sua scomposizione e destrutturazione, si è liquefatto anche il bipolarismo. Ossia l’idea moderna e razionale di una democrazia dell’alternanza tra una Destra e una Sinistra , che fossero in grado di mecciare, al di là di stantie etichette, culture conservatrici e progressiste, finalmente  sgombre da orpelli ideologici e protese a costruire  un sistema politico compiuto, stabile, duraturo. Un sistema riformato nelle sue strutture portanti, nelle suoi livelli istituzionali, nella sua conformazione sociale, nelle stesse forme della politica.

Quanto questo panorama ha inciso nelle comunali salernitane?

Tranne Pagani, con un ballottaggio tutto di centrodestra (da un lato  D’Onofrio di Fratelli d’Italia e  dall’altro Salvatore Bottone di Forza Italia n.d.r.) e con la vittoria al primo turno dell’assessore regionale Giovanni Romano a Mercato San Severino, il Pd entra prepotentemente al secondo turno a Baronissi, Nocera Superiore e Sarno.

A Pellezzano, ad esempio, Pisapia chiude l’era Eva Longo.  Un Comune che è stato per anni amministrato da una sola squadra politica. L’ottimo Berritto perde soprattutto per colpe non sue. Tipico personaggio arrivato nel posto giusto al momento sbagliato.

A Sarno, fortino di destra da diversi anni si è deciso di cambiare registro. Anche qui il Pd piazza Canfora al ballottaggio che se la vedrà tra due settimane con  Antonio Crescenzo di Forza Italia. L’altro risultato importante per il Pd salernitano arriva da Nocera Superiore. Non c’è il centrodestra al secondo turno dove la contesa elettorale è tra due esponenti di centrosinistra: Giovanni Maria Cuofano, sostenuto da uno schieramento civico, e Bartolomeo Pagano con Pd, Sel e Scelta Civica.  Mentre a Baronissi, come seguito bene dalla nostra redazione, il Partito Democratico con Valiante appoggiato da due liste civiche Nuova Primavera e Civico Uno Baronissi  è riuscito a portare il sindaco uscente Moscatiello (con le sue due liste civiche Impegno Civico e Moscatiello Sindaco e  sostenuto da Fratelli d’Italia e Forza Italia) al ballottaggio. E’ notizia di questi giorni che Esposito con le sue tre liste civiche appoggerà Valiante al ballottaggio.

Quanto ha inciso l’effetto Renzi ? Tanto considerando i risultati emersi dalle urne anche se le battaglie municipalistiche il più delle volte non seguono l’effetto trascinamento. Possiamo sintetizzare che  l’abbinata Pd europee, Pd amministrative a mio avviso è parziale, molto si gioca sulle dinamiche dei vari territori e sulle varie storie politiche che essi portano in grembo. Ai posteri l’ardua sentenza.