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La confisca dei beni alle mafie come primo passo verso la legalità

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La confisca dei beni alle mafie come primo passo verso la legalità

La confisca dei beni alle mafie come primo passo verso la legalità,  Questo uno dei temi che è stato trattato nel convegno che si è tenuto questa mattina nell’aula magna del campus UniSa

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La confisca dei beni alle mafie come primo passo verso la legalità, uno dei messaggi più forti che si può dare nell’ambito della lotta alle malavita. Quegli edifici che un tempo erano dimora di boss e affiliati, grazie alla sinergia tra le forze dell’ordine, le istituzioni e i cittadini, vengono destinati a nuovi utilizzi a nuovi progetti a beneficio della popolazione, per lanciare un messaggio forte e netto: da una terra arida può sempre nascere un fiore. Il convegno che si è tenuto questa mattina presso l’aula magna del campus UniSa, dal titolo “Obiettivo legalità”ha avuto come scopo finale il dialogo tra gli studenti e chi ogni giorno si trova in prima linea nella lotta alle mafie.

Il contrasto, la prevenzione e il mantenimento della legalità in territori difficili, sono i punti di partenza della missione di uomini come il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, presente al convegno, che seguono le orme di grandi uomini come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che parlavano di mafia in tempi in cui era un concetto di cui si negava l’esistenza, in luoghi con una cultura dell’illegalità difficile da estirpare e presente nella vita della gente che in quei territori era nata e cresciuta.

La confisca dei beni è una grande conquista che solo negli ultimi anni sta diventando uno dei provvedimenti più efficaci da mettere in atto nella quotidiana lotta alle mafie. Un’argomento affrontato anche dal Prefetto Umberto Postiglione, direttore dell’agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, che non esita ad apostrofare come “vittoria” ogni sequestro che serve a sottrarre alla malavita organizzata un punto strategico per perpetrare il proprio disegno criminale. I giovani devono essere consapevoli delle presenza di questo morbo che, come disse Giovanni Falcone, ha inevitabilmente “un principio, una evoluzione e una fine come tutti i fenomeni umani”.

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