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La Casa di Bernalda Alba emoziona grazie alla compagnia Arcoscenico

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La Casa di Bernalda Alba emoziona grazie alla compagnia Arcoscenico

La Casa di Berbalda Alba torna in scena grazie alla compagnia Arcoscenico. Uno spettacolo che emoziona, fa riflettere e fa innamorare del teatro

Il Teatro non è morto.

Nell’era dei social e della digitalizzazione, nell’epoca in cui si è troppo pigri per andar al cinema e si sceglie il più comodo ‘’divano e Netflix’’, la compagnia Arcoscenico con la regia di Rodolfo Fornario è riuscita a riempire il Piccolo teatro di Portacatena, Salerno e ad emozionare, grazie allo spettacolo La Casa di Bernalda Alba.

L’opera fu scritta dal celebre Federico Garcia Lorca nel 1936 e fa parte di una trilogia che l’autore ha dedicato alle donne e al loro ruolo nella Spagna degli anni 30’. La storia è ambientata nella casa della dispotica Bernalda Alba (Margherita Rago) che, in seguito alla morte del marito, impone un rigidissimo lutto alla anziana madre (Gerardo Trezza) e alle sue cinque figlie – Angustia (Cristina Mazzaccaro), Maddalena (Lucia Falciano), Amelia (Annalisa Ravveduto), Martirio (Patrizia Capacchione), Adele (Lucia di Stasio) – impedendo loro di uscire di casa e di interagire con il sesso opposto. Solo alla prima figlia, Angustia, figlia del primo marito con una consistente dote alle spalle, viene concesso di sposarsi con Peppe ‘’Il Romano’’. A complicare il matrimonio c’è la figlia più piccola, Adele, che si innamora di Peppe e viene ricambiata, a portare tutto alla luce però sarà Martirio, segretamente innamorata del ragazzo. Bernalda fingerà di uccidere Peppe per riportare l’ordine in casa ma questo invece sarà la causa del triste epilogo. Adele, non volendo cedere alla madre e forte dei sentimenti che prova, decide di impiccarsi.

Il testo è stato tradotto e riadattato in napoletano dal Regista e attore Rodolfo Fornario che, insieme alla suggestiva musica dal vivo del maestro Pasquale Terracciano e alle coreografie di Francesco Boccia, ha regalato al pubblico uno spettacolo tanto innovativo, quanto attuale.

Lo spettatore, fin dal primo momento, viene trasportato nella casa di Bernalda, nel suo cortile, tra quelle mura che sono delle vere e proprie prigioni per le figlie della padrona di casa. Per tutta la durata dello spettacolo, si ha la sensazione di essere parte della storia – questo grazie alla magnifica idea di utilizzare tutto il teatro come palco e scena – le attrici percorrono lo spazio attorno allo spettatore, lo coinvolgono nei loro lavori e nelle loro sofferenze.

La forza dello spettacolo sta, soprattutto, nella caratterizzazione minuziosa dei personaggi e nella bravura delle attrici, dalle principali ai ruoli secondari – Poncia (Antonella Quaranta), la serva (Rosaria La Femina), Prudenza (Giusy Esposito), mendicante (Roberta Bisogni), una donna (Patrizia Santoro), una ragazza (Valeria Pierro), Piccola mendicante (Alessia Bonvicino) – fin dalle prime battute, infatti, si ha la sensazione di conoscere da sempre le protagoniste, i loro pregi e difetti, le loro forze e le loro debolezze.

È strabiliante come un testo così drammatico e forte per i temi affrontati, riesca ad arrivare allo spettatore come uno pugno sullo stomaco: la condizione della donna, l’amore, il rancore, i valori da portare avanti ad ogni costo. Un testo così lontano da noi eppure così vicino da lasciare, a chiusura sipario, una sensazione di frustrazione per esser stati ”solo spettatori”.