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Katie Be Good? Katie è stata buona!

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Katie Be Good? Katie è stata buona!

Lo spettacolo tenuto ieri al teatro d’ateneo, Katie Be Good, proposto dall’associazione Davimus, sezione operativa dell’omonimo corso di studi universitario, è stato un vero successo. Una performance dove la cultura e l’arte hanno trionfato in tutti i loro aspetti.

L’evento è stato promosso dal progetto WO(MAN), dove la tematica principale è inquadrare gli aspetti delle differenze tra il genere maschile e quello femminile. Coordinatori del progetto, i professori di Lingua e Letteratura Inglese William Papaleo e Antonella Piazza.

Per l’occasione, i ragazzi, hanno deciso di mettere su uno spettacolo teatrale, dal tema attuale e coincidente con il loro progetto. La loro è una rivisitazione de “La Bisbetica Domata” di William Shakespeare, ambientata, però, negli anni 50, gli anni del rock and roll e del movimento culturale. Lo spettacolo si ispira alla  famosissima canzone di Chuck Barry Johnny B. Goode.

Katrine Minola, scrittrice di professione, è una ragazza ribelle che si oppone ai canoni tipici dell’epoca, tagliandosi i capelli e svestendo la gonna. Da tutti viene definita “bisbetica” per il suo atteggiamento ma il padre la incoraggia a comportarsi come la società vuole, imponendole anche un matrimonio forzato. Sua sorella Bianca, innamorata di Lucentio, un ex-militare proprietario di una concessionaria di auto, non può convolare a nozze perché, secondo la tradizione, si può sposare solo dopo che sua sorella maggiore l’abbia fatto. Durante una festa a casa della famiglia Minola, Lucentio porta con sé Petrucchio, un suo collega di lavoro che si innamora di Katie. Alla protagonista viene imposto il matrimonio e la vita di coppia con Petrucchio non si rivela all’altezza dei suoi desideri. Ma nel finale si stravolgono le carte in tavola: la coppia vive la propria relazione, dimostrandosi anche al di sopra delle aspettative di tutta la famiglia Minola e degli amici.

La recitazione è stata preparata per lunghi tratti in lingua Inglese, ma il linguaggio era molto colloquiale e semplice da capire. Oltretutto non mancavano gli intermezzi musicali con i brani che hanno fatto la storia del Rock And Roll. I temi dell’emancipazione femminile sono stati evidenziati in ogni singola scena. Di forte impatto è stata però la scena in cui i due protagonisti giocavano sull’ideale del matrimonio come schiavitù o libertà.
I ragazzi hanno dimostrato personalità e hanno trasmesso una grande energia. Tutto il merito va a Sylvia Toone, regista di grande esperienza e actor trainer che ha collaborato alla perfetta riuscita dello spettacolo nei minimi dettagli.

Al termine dello spettacolo è stato letto un passo dell’opera di Virginia Woolf: Una stanza tutta per sé, a sottolineare il messaggio dell’emancipazione femminile. Ripercorrendo i passi del libro (Quello dell’ipotetica sorella di Shakespeare) si è evidenziato ancora di più la difficoltà che hanno avuto le donne a riconoscere i propri diritti nel corso della storia.

A concludere la serata, nel foyer del teatro d’ateneo è stato offerto un rinfresco, con musica live in acustico ed una mostra fotografica.

Un vero tripudio di arti: teatro, canto, musica, video, foto e sopratutto letteratura. Lo spettacolo si è meritato la standing ovation del pubblico.