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Jovanotti dal vivo ha tutto ciò di cui abbiamo bisogno

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Jovanotti dal vivo ha tutto ciò di cui abbiamo bisogno

Il “Lorenzo Live 2018” sbarca per tre giorni al Palasele di Eboli con uno spettacolo delirante in cui Jovanotti fa il mattatore instancabile, trasformando il palazzetto in una grandissima discoteca in cui è impossibile stare fermi

“In questa notte fantastica, che tutto sembra possibile”…. Si apre così, con una sorta di desiderio, anticipato dalle note del Guglielmo Tell di Rossini ed affidato alla folla rumorosa del Palasele, la prima delle tre notti ebolitane del “Lorenzo live 2018” . Ad esprimerlo ci pensa lo stesso Jovanotti che, da moderno Don Chisciotte in versione cartoon intento a combattere draghi e brutti ceffi nelle proiezioni di un enorme ledwall che sovrasta il fondo del palco, in principio di show si ritrova al centro dello stesso in carne ed ossa per intonare un ritornello che suona quasi come un avvertimento: Ti porto via con me.

Un monito marcato, forte, reso ancora più deciso dai colpi di batteria e sintetizzatore su cui si muove e che si amplifica ulteriormente nell’esecuzione successiva de “Le canzoni” e “Penso Positivo”, brani che completano un trio iniziale di grande impatto e denso di una trazione dance tale che da soli potrebbero già chiudere il concerto senza che nessuno resti insoddisfatto. Ma fortunatamente non è ciò che accade.

Un cielo di lampadari elegantissimi e capaci di muoversi in maniera alternata a tempo di musica, infatti,  fa da copertura ad una vera e propria sala da festa, in cui le battute rap si fondono con le melodie armoniose del pop e quelle potenti della dance con le più rilassate del funky, creando una commistione di generi che getta le sue fondamenta nel ritmo, elemento primario e cuore pulsante dell’intera serata. Mattatore e catalizzatore di tutta l’energia che c’è nell’aria è Lorenzo Jovanotti che, in canotta Boston Celtics e berretto snapback,  percorre continuamente su e giù i circa 17 metri di stage che lo dividono dalla folla, dimostrandosi più volte instancabile e a tratti disumano. Tra ancheggiamenti, saltelli, cambi repentini di abito e cappello e spostamenti continui da un lato all’altro, che sembrano rendere tutte le passerelle minuscole, l’artista romano non si risparmia mai e anzi trova anche il tempo per dilettarsi con la chitarra oltre a concedere qualche chiacchiera e risata alla folla del Palasele, evidenziando costantemente tutta la spontaneità e la naturalezza che lo contraddistinguono da sempre.

Nella versione live tutto questo è reso palesemente evidente dal fatto che Jovanotti si diverte e fa divertire. Lo fa quando si concede alle  fotocamere delle miriadi di cellulari rivolti verso il palco. Lo fa quando si gira il cappellino ed improvvisa un freestyle di diversi minuti citando le tradizioni più famose della Campania, oppure quando prende un telefono dalle mani di una fan ed inizia a parlare con chi è dall’altro capo in diretta. Il tutto con una naturale semplicità che ti fa esclamare: wow! E che nella ressa generale è capace di trascinare chiunque in una grande festa dove ti senti a tuo agio e dove la musica e l’adrenalina riescono ad accontentare e far smuovere anche chi è più restio.

In quest’ottica le atmosfere tipicamente old school di “Oh vita”, si mescolano alla gabbia di laser multicolore che si attiva sulle note di “Sbam” , mentre i lampadari sopracitati si muovono a fasi alterne donando finezza e buongusto al momento acustico scandito dalle varie “A te”, cantata quasi interamente dalla folla“Baciami Ancora” e “Chiaro di Luna”, la canzone  “pensata perchè fosse ascoltata in due” che fa da ponte con il delirio vero e proprio della seconda parte di show, quando Jovanotti trasforma il Palasele in una vera e propria discoteca a cielo aperto smanettando con il mixer da dj posto su una piattaforma che si muove tra la gente a diversi metri d’altezza.  Una visione che vale da sola il prezzo del biglietto.

Da qui in poi la scaletta è tutta una discesa di ritmi e armonie che si muovono tra i ballerini gonfiabili dell’“Ombelico del mondo” e le atmosfere californiane de “L’estate addosso”, le quali lasciano ben presto spazio ad una nuova scarica di luci stroboscopiche e bassi potenti quando ad essere intonate sono le varie “Sabato”, “Safari” e “Tutto l’amore che ho”, i cui decibel trasformano la notte di Eboli in una serata da stadio. Non possono mancare evergreen come “Ciao Mamma” e “Ragazzo Fortunato”, prima del congedo definitivo affidato al fuori programma  “Ragazzini per strada” ed alla new entry “Viva La libertà”, che costituisce la chiusura ideale per uno spettacolo fatto di tre ore piene di musica durante le quali ti viene da pensare: “silenzia il cellulare, che non ti serve a niente”.