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Performance “Vi Amai – Io, l’Alcol e l’Angelo della Vita”. Intervista e fotogallery

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Performance “Vi Amai – Io, l’Alcol e l’Angelo della Vita”. Intervista e fotogallery

Galleria fotografica della performance di teatro sociale e intervista a Viviane Cammarota, regista della pièce “Vi Amai” e protagonista del corto “Io, l’Alcol e l’Angelo della Vita”

[ads2] La performance artistica “Vi Amai – Io, l’Alcol e l’Angelo della Vita”, ospitata dal Forum Dei Giovani di Bracigliano, si è appena conclusa con grande successo e affluenza di pubblico. Il messaggio trasmesso è forte: l’alcolismo è un fenomeno diffuso, tanto comune quanto spesso sottovalutato. Iniziative di sensibilizzazione come queste sono importanti per rendere coscienti, giovani e non, di quanto sia importante il dialogo nei momenti difficili, e soprattutto per fornire un messaggio di speranza e di riscatto a chi, purtroppo, si trova invischiato in questa subdola dipendenza.

Questa sera abbiamo intervistato la talentuosa Viviane Cammarota, direttrice artistica di “Vi Amai” nonché protagonista del corto “Io, l’Alcol e l’Angelo della Vita”.

Io, l’Alcol e l’Angelo della Vita

Entrambi i progetti artistici rientrano appieno nella definizione di “teatro sociale”. Quali sono gli obiettivi che tu e il collettivo volete raggiungere?

“Personalmente mi hanno sempre affascinato gli spettacoli con un fine sociale, fare arte con finalità puramente estetiche non mi interessa particolarmente. Preferisco trattare temi sociali e lanciare al pubblico messaggi di speranza e di fiducia, di bellezza. Il progetto è infatti nato da un’idea di Clotilde Grisolia, formatrice teatrale che da anni si occupa di teatro sociale. Gli obiettivi che intendiamo raggiungere riguardano soprattutto la divulgazione, il far parlare di più del tema dell’alcolismo, con più concretezza e soprattutto meno ipocrisia;  e poi cercare di venire incontro, di aiutare le persone con questa difficoltà, appunto attraverso uno strumento come l’arte, come il teatro”.

Nella performance “Vi Amai” ci hai mostrato come le passioni assolute, le ossessioni, riescano a essere tanto deleterie quanto affascinanti. Cosa ti ha spinto a rappresentare ciò?

“Quando ho cominciato a montare lo spettacolo non avevo le idee chiarissime, poi confrontandomi con gli attori ho deciso di rappresentare il delirio amoroso e quello alcolico in un’atmosfera che fosse ironica, giocosa, ma allo stesso tempo vera: ogni donna ha la sua personalità che in scena viene fuori senza ipocrisie… c’è la volontà di rappresentare «La verità di essere se stessi», anche con la propria follia. Ho voluto trasmettere un messaggio di apertura verso gli altri e mostrare come il creare insieme, la libertà creativa e l’amore possano fare tanto“.Io, l’Alcol e l’Angelo della Vita

Quali sono i prossimi step del progetto?

“Ci piacerebbe diffondere sia il cortometraggio che la performance scenica nei centri e nei paesi più piccoli, più difficili da raggiungere, dove ci sono meno iniziative e più noia e di conseguenza si verificano situazioni di degrado e pericolo. E poi anche nelle scuole, sia superiori che medie, proprio per sensibilizzare i giovanissimi”.

 

Fotogallery a cura di Roberta Esposito