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Imposimato a Salerno per la Festa della legalità

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Imposimato a Salerno per la Festa della legalità

Anche Salerno scende in campo per la giornata della legalità, con un incontro all’Istituto del Sacro Cuore in cui è stato ospite il giudice Ferdinando Imposimato

imposimatoLa festa della legalità è una festività regionale celebrata il 19 marzo in Campania, a partire dal 2012, in ricordo di tutte le vittime della mafia e di quelle sacrificatesi per il valore della legalità, fra cui Don Peppe Diana. Anche Salerno ha deciso di contribuire attivamente alla celebrazione e al ricordo di questa giornata per ribadire il valore fondamentale della legalità, ospitando presso l’Istituto del Sacro Cuore il giudice Ferdinando Imposimato, per un incontro con i ragazzi e i bambini della scuola.

Una personalità rilevante a livello nazionale, presidente onorario della Corte di Cassazione e tra i massimi esperti internazionali nell’ambito della tutela dei diritti umani. Imposimato ha ricoperto la carica di giudice istruttore nei processi sul rapimento di Aldo Moro, sull’attentato a Papa Giovanni Paolo II e ha indagato sulle stragi di stato e sui più scottanti e importanti casi di mafia e camorra. Da sempre portavoce della legalità, il giudice Imposimato è ospite a Salerno da 4 anni, grazie alla collaborazione, che si è creata nel tempo con la direttrice dell’Istituto, Marcella Tomei, meglio nota come Suor Caterina.

Un appuntamento, che ricorre ormai ogni anno in questo periodo, per cercare non solo di affrontare la questione legalità, ma, soprattutto per educare i giovani ragazzi, che sono la linfa vitale della società. Diverse sono le tematiche affrontate da Imposimato nei vari incontri, dalla Costituzione al terrorismo, fino al tema centrale di quest’anno: il rispetto dei diritti dei minori. Temi importanti e vari, legati da un unico filo conduttore, che è proprio la legalità e i diritti degli esseri umani. Il giudice Imposimato afferma infatti:”La legalità è il pilastro su cui si fonda lo Stato e deve essere interesse della collettività, per questo motivo è importante rivolgersi soprattutto ai bambini, che rappresentano il futuro. Occorre, quindi educarli alla legalità, portando esempi di storia vera, vissuta”.

Proprio grazie ad esempi concreti e reali è possibile spiegare e far comprendere a ragazzi così piccoli il valore di una vita onesta e rispettosa. Il dibattito, perciò, parte proprio dalle parole spese dal magistrato, su Don Peppe Diana, che egli stesso ha conosciuto, perché originario della provincia di Caserta. E’ stato un prete molto coraggioso, che ha sacrificato la sua vita per cercare di portare i delinquenti sulla strada della legalità e della giustizia.

Ha speso tutta la sua esistenza spiegando a coloro che imboccavano questa strada, che sarebbero andati incontro ad un tragico destino. Il suo operato fu cosi efficace da suscitare ben presto preoccupazione da parte dalla camorra, che vedeva in lui una seria minaccia e per questo, è stato ucciso. Hanno cercato in molti di offuscare la sua immagine dopo la sua morte e per molto tempo non ha avuto giustizia, perché si credeva che il suo omicidio fosse legato a fatti privati. Ma, ovviamente, non era questa la realtà e dopo alcuni anni è stata fatta luce sulla vicenda. Oggi è bene ricordare non solo la sua figura, ma anche tutte le altre persone che hanno cercato di portare avanti un’opera di trasformazione dell’ambiente umano.

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Imposimato ricorda anche Don Puglisi, un altro sacerdote, che aveva le stesse idee di Diana e che è stato il primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia. Egli viveva a Palermo, nel rione Brancaccio, allora sotto il dominio del boss di Cosa Nostra, Michele Greco. Don Puglisi cominciò a convincere i ragazzi che non conveniva intraprendere la strada della criminalità. Anche lui, purtroppo è stato vittima del medesimo destino di Don Diana. Il giudice Imposimato ha quindi continuato il suo intervento concentrandosi stavolta sulla tematica specifica della conferenza: i diritti dei minori.

Facendo riferimento alla Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia, il giudice ha parlato della condizione dei minori e di come sia fondamentale indirizzare i ragazzi verso la strada giusta.

I minori fino a 18 anni devono essere protetti, perché in mancanza di maturità fisica e morale, sono più vulnerabili e più esposti a violenze di ogni tipo. E’, inoltre, fondamentale che il fanciullo cresca in un ambiente di serenità e di affetto, che sia educato alla solidarietà, alla tolleranza, alla legalità”; queste le parole di Imposimato. “L’opera di legalità -continua il magistrato- deve essere attuata sia attraverso la repressione e la prevenzione, sia attraverso opere di persuasione.

L’informazione, dunque, costituisce un elemento essenziale e, troppo spesso, in rete vengono diffuse informazioni e immagini fuorvianti, che possono turbare e disturbare la personalità. É bene, quindi, che fin da giovanissimi ci si avvicini alla conoscenza dei reati, delle leggi, dei diritti e doveri e, in generale, che ci si avvicini al mondo della legalità e del rispetto verso il prossimo. Come affermava Aristotele, il più grande filosofo di tutti i tempi e anticipatore del cristianesimo, i bambini devono essere oggetto particolare delle attenzioni dello Stato, proprio perché ne costituiscono il futuro.

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Imposimato, al fine di rendere ancora più concreto il suo impegno sulla strada della legalità, ha avanzato la proposta di istituire un difensore civile per il Comune di Salerno, per tutti quei bambini e ragazzi che vivono situazioni preoccupanti e disagiate. Una proposta, questa, davvero gradita alla città di Salerno, che è pronta ad accettarla. La conferenza si è conclusa con i ringraziamenti di Alessandro Ferrara, Vice Presidente del Consiglio Comunale, all’Istituto di Torrione e alla sua direttrice, Suor Caterina, per tutto ciò che ha fatto e che sta facendo per i giovani, e soprattutto, per la meravigliosa opportunità di accogliere e ascoltare una persona di così grande rilevanza, come il giudice Imposimato.

Conclusi gli interventi, anche i bambini hanno potuto partecipare attivamente alla conferenza, ponendo domande e interrogativi, ma anche comunicando riflessioni personali. Nonostante la giovane età, tutti hanno mostrato interesse e grande curiosità verso le parole spese dal giudice, che ha risposto in maniera semplice ed esaustiva ad ogni domanda.

In un momento storico come questo, in cui domina la violenza in tutte le sue forme, tanto che a volte sembra proprio che essa prenda il sopravvento e ci avvinghi in una spirale pericolosa, lasciando venir fuori la parte peggiore della nostra umanità, è importante che ci siano eventi ed incontri come quello tenutosi oggi a Salerno, capaci di far emergere sempre di più l’altra parte di noi, quella cosiddetta “buona”, quella del “bene comune”.

Alla luce di queste considerazioni diventa doveroso tener vivo il ricordo di quanti hanno speso la propria vita in nome della giustizia e della legalità e di quanti l’hanno persa nel tentativo di cambiare le cose.