Home Prima Pagina Il grande Gatsby: un “flop” negli anni venti

Il grande Gatsby: un “flop” negli anni venti

0
Il grande Gatsby: un “flop” negli anni venti

Trascorsi due mesi dall’uscita nelle sale cinematografiche,”Il grande Gatsby “, ultimo film di Baz (noto per la regia di Moulin Rouge e Romeo + Giulietta), ha suscitato, in modo contrastante, polemiche e ammirazione.

Il film, tratto dall’omonimo romanzo cult di F.Scott Fitzgerald, narra di un ragazzo Nick Carraway (Tobey Maguire) aspirante scrittore, che lasciato il midwest americano si trasferisce a New York nella primavera del 1922. Nick cerca di realizzare il suo personale sogno americano e grazie a sua cugina Daisy (Carey Mulligan) e il suo nobile marito Tom Buchananentra (Joel Edgerton) entra a far parte della ricca vita mondana fatta di azioni immorali, feste sgargianti, tragici drammi e labirintici sensuali incontri amorosi . Proprio in una di queste feste Nick incontra Jay Gatsby, misterioso milionario e suo vicino di casa, vero protagonista della pellicola, interpretato egregiamente da Leonardo Di Caprio.

Luhrmann sfida gli spettatori e la critica operando una scelta estetizzante, caricata e moderna per rappresentare l’epoca “patinata” anni venti, descritta in modo eccellente da Scott Fitzgerald.

Tutto questo ha portato molti giudizi negativi, soprattutto da parte degli spettatori che si aspettavano un testo conforme al libro e, invece, si sono trovati di fronte ad una scenografia e fotografia, che seppur esteticamente belle ed emozionanti, non riescono a trasportare lo spettatore stesso nel pieno di quell’epoca. Soprattutto gli spettatori hanno assistito ad una trama in cui viene completamente omessa la dimensione di ambiguità, volutamente creata dallo scrittore del romanzo, e le caratteristiche principali del narratore: la capacità di osservazione e il pregio di non giudicare le azioni di dubbia moralità degli altri personaggi.

Anche la colonna sonora è stata utilizzata dal regista per dar voce ad altre polemiche, di natura musicale e soprattutto “economica”. Nel film viene riprodotta musica hip hop tipicamente considerata “voce da strada” della nostra generazione, che servirebbe a rappresentare il jazz di quell’epoca, seppur in modo poco convincente.

Tra i punti di forza della pellicola vi sono l’estetica e le movenze dei personaggi seducenti, altezzosi, ricchi e superbi, resi affascinanti dai costumi anni Venti di Catherine Martin.

Che sia un capitolo nero per Baz Luhrmann lo conferma la critica. Bisogna ricordare, però, che se la particolare trasposizione del Gatsby ha dato adito a giudizi negativi, non si può dire lo stesso di altri suoi film come, ad esempio, la rivisitazione del musical Moulin Rouge in cui la trasposizione della colonna sonora e l’utilizzo di effetti speciali, hanno reso in modo eccellente la sgargiante cultura francese dei cabaret.