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Il dado è tratto: l’A.d.V “Giovi c’è” è nata

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Il dado è tratto: l’A.d.V “Giovi c’è” è nata

Con la registrazione dell’Atto Costitutivo e dello Statuto, finalmente “GIOVI c’è”

Come qualche volta accade, da situazioni emergenziali se ne esce con una consapevolezza nuova, finalmente convinti, da un certo punto in poi, di avere qualche fiche da puntare sui tavoli che contano.

Nei mesi precedenti, quando a Giovi si sono inanellati furti a ripetizione (eccola, l’emergenza di poc’anzi) un gruppo, prima esiguo, poi man mano più corposo, è sceso in strada, si è autorganizzato in maniera del tutto gratuita e volontaria e ha presidiato, sempre nel rispetto della legalità e in stretto contatto con le forze dell’ordine, il territorio.

Io stesso, dopo un primo articolo su questo giornale in cui esprimevo qualche perplessità sull’iniziativa, ho preso parte a una sortita notturna con i ragazzi.

Ebbene, mi è bastato essere dei loro in una sola notte per constatare (leggi qui) che, in breve tempo, proprio gli stessi giovesi che hanno sottratto ore al sonno e momenti alle proprie famiglie, sono diventati dei punti di riferimento per la popolazione, anche al di là dell’emergenza furti.

Piccolo particolare di una qualche rilevanza: in questo tempo gramo dell’individualismo esasperato, del “tutto a me e degli altri chi se ne frega”, a Giovi si è deciso di mettere il bene comune al centro delle priorità di ciascuno.

Scusate se è poco.

Ma torniamo a noi. Non appena la situazione è apparsa normalizzarsi, è venuto naturale guardarsi negli occhi: <Che si fa, ora?> – è stata la domanda che ogni giovese, impegnato nell’azione di prevenzione nei quartieri della propria frazione, si è posto e ha posto ai compagni.

A questo punto, consapevoli di essere riusciti a formare una coscienza critica fatta di esperienze, professionalità e dedizione al territorio sempre latitante alle nostre latitudini e che sarebbe stato delittuoso disperdere, si è pensato di dar vita a un collettore che potesse convogliare e custodire questo patrimonio inestimabile.

Ecco, in soldoni, la genesi dell’Associazione di Volontariato “GIOVI C’è”.

Sì, ma associazione di che? Naturalmente di protezione civile, ma anche di tutela dell’ambiente, salvaguardia del territorio, promozione della cultura, senza dimenticare l’importante aspetto del recupero dei beni artistici, l’attività di primo soccorso in caso di calamità naturali e tutto ciò che ruota attorno ai concetto di formazione ed educazione civica.

a partire da oggi, – ci tiene a precisare il presidente, giovanni vicinanza – deve essere chiaro a tutti che giovi ha acquisito finalmente consapevolezza dei propri mezzi. Da questo momento in poi, la nostra ritrovata presenza (“GIOVI C’è”, per l’appunto), DEVE FAR CAPIRE CHE NON CI STIAMO PIù A RECITARE, PUR ESSENDO A PIENO DIRITTO SALERNO, LA PARTE MARGINALE, PERIFERICA DELLA CITTà. pARI DIRITTI E UGUALE DIGNITà.

Il vice-presidente, Augusto Parisi, aggiunge:

Occorre abbandonare il clichè stupido del “Juov, si c’o puort, c’o truov.”

A giovi c’è – SORRIDE, allusivo, il Parisi – ogni cosa. SEMMAI POTREMMO ESSERE NOI A PORTARE QUALCOSA AGLI ALTRI…

Dopo la registrazione dell’Associazione e i conseguenti, ultimi adempimenti di routine , il primo passo sarà quello di convocare un’assemblea pubblica per coinvolgere quante più persone possibili nel progetto. Dopodichè, al via una serie di iniziative volte a rendere concreto l’ambizioso oggetto sociale dell’associazione, perchè…<GIOVI C’è!> dicono, petto in fuori e a una voce, gli associati.

Lo sguardo dei circa quaranta soci fondatori, di professionalità varia (avvocati, operai, biologi, artisti, non occupati, militari, liberi professionisti, musicisti, impiegati, operatori del terzo settore, studenti, ausiliari del traffico, etc.) tradisce una “non so che felicità nuova.”

In bocca al lupo, ragazzi.