Home Attualità Giovanni Cobellis, medico salernitano, opera bimba con tecnica robotica

Giovanni Cobellis, medico salernitano, opera bimba con tecnica robotica

0
Giovanni Cobellis, medico salernitano, opera bimba con tecnica robotica
Immagine da Pixabay

Giovanni Cobellis, medico salernitano originario di Vallo della Lucania, opera ad Ancona una bimba con la tecnica robotica

Ad Ancona, l’equipe guidata dal professore salernitano Giovanni Cobellis ha portato in sala operatoria una bambina di soli 13 mesi, portatrice di una rara malformazione congenita delle vie biliari. A riportare la notizia è SalernoToday.

La piccola, per la prima volta in Italia, è stata operata con tecnica robotica nel reparto di Chirurgia Pediatrica del Salesi, diretto dal professor Ascanio Martino. La piccola era stata ricoverata per la comparsa di un ittero, ma gli esami avevano subito rilevato una grossa cisti che impediva il normale deflusso della bile dal fegato all’intestino.

L’intervento è stato eseguito dal medico originario di Vallo della Lucania Cobellis, attuale responsabile della Chirurgia Mininvasiva Pediatrica, e dalla sua equipe costituita dai dottori Giovanni Torino e Michele Ilari, con il supporto dell’anestesista Gerald Neba.

L’intera procedura è stata eseguita utilizzando il sistema robotico Da Vinci, una tecnologia che grazie ad una visione tridimensionale ed una particolare manovrabilità degli strumenti, consente di eseguire interventi di chirurgia mininvasiva con maggiore precisione. A tre mesi dall’intervento la bambina conduce una vita del tutto normale.

“L’attività di Chirurgia Robotica Pediatrica, avviata da circa tre anni presso la struttura di Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale Pediatrico Salesi, rappresenta un ulteriore tassello che si è andato ad aggiungere all’attività robotica multispecialistica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ancona – scrive la stessa azienda in una nota stampa- i principali utilizzi in ambito pediatrico riguardano la correzione delle malformazioni delle vie urinarie e digestive, maggiormente oltre i 2 anni di vita”.

Il caso della bambina rappresenta una dimostrazione della fattibilità di una chirurgia robotica complessa anche in bambini molto piccoli.